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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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444 CAP. XIV - LITURGIA E SCRITTURA<br />

detta intorno al Messia e al suo regno è importante principalmente<br />

nel periodo avvento-Epifania, nel quale l'intero mistero di Cristo,<br />

nel suo completo svolgimento dall'inizio del mondo all'Apocalisse,<br />

è prospettato nel concetto di venuta epifanica del Signore. Secondariamente,<br />

essa ha una certa importanza anche nel periodo settuagesima-Pentecoste<br />

in cui tutto il mistero di Cristo viene nuovamente<br />

prospettato, ma sotto l'idea di redenzione. Si aggiungano alcune feste<br />

particolari, come l'Immacolata e il Sacro Cuore.<br />

Nel periodo avvento-Epifania, appunto perché l'idea essenziale è<br />

quella dell'intero svolgimento del mistero di Cristo come venuta del<br />

Signore, lo sfondo scritturistico dell'Antico Testamento, particolarmente<br />

abbondante nel breviario, è costituito dalle profezie di Isaia<br />

intorno al Messia futuro, alla sua venuta e al suo regno. Ora, il <strong>senso</strong><br />

che queste profezie avevano per i contemporanei subisce nella <strong>liturgia</strong><br />

una continua trasposizione approfonditiva perché sono viste alla<br />

luce <strong>della</strong> venuta storica di Cristo sulla terra in Palestina, <strong>della</strong><br />

sua continua venuta reale mistica nelle anime, nella Chiesa, nel sacri-"<br />

fido <strong>della</strong> messa, nei sacramenti, nella vita privata di ogni cristiano,<br />

e finalmente alla luce <strong>della</strong> sua futura seconda venuta nell'ultima<br />

escatologia.<br />

Così quando la <strong>liturgia</strong> spesso durante l'avvento (per es., introito<br />

del mercoledì delle quattro tempora di avvento, introito <strong>della</strong> IV<br />

dom. di avvento) ripete: stillate o cieli dall'alto la vostra rugiada, e<br />

le nubi piovano il giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore<br />

(Is 45,8), è bensì, questo, il grido dei giudei che, nell'esilio di Babilonia,<br />

aspettavano la venuta del Messia, la liberazione per mano di<br />

Ciro (vedi sabato delle quattro tempora di avvento, 4 a lettura), l'instaurazione<br />

del regno di Dio; tutte cose che Dio prometteva per la<br />

bocca del profeta. Ma nella visione <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> è anche il grido<br />

di tutto l'Antico Testamento verso la venuta di Cristo che si realizzò<br />

per l'incarnazione del Figlio di Dio e la sua nascita in Palestina dalla<br />

vergine Maria; è anche il grido di ogni cristiano che ogni anno aspetta<br />

nuovamente la festa di Natale, anzi che aspetta nuovamente ogni<br />

giorno la sua venuta sacramentale nel sacrificio <strong>della</strong> messa e la<br />

sua venuta mistica, nell'anima; ed è, finalmente, il grido di questo<br />

stesso cristiano che aspetta la seconda e trionfale venuta del Signore<br />

nella parusia e la visione beatifica. È per questo che alla vigilia di<br />

Natale la <strong>liturgia</strong> così può commentare il <strong>senso</strong> dell'avvento e <strong>della</strong><br />

lettura delle profezie di Isaia : « O Signore, che ci allieti con l'annua<br />

attesa <strong>della</strong> nostra redenzione, fa sì che l'Unigenito tuo Figlio, che<br />

ora accogliamo festanti come redentore, l'accogliamo pure con<br />

coscienza tranquilla allorché verrà come giudice ».<br />

Nella stessa messa <strong>della</strong> vigilia di Natale si legge come communio<br />

il seguente passo di Isaia : « Si manifesterà la gloria del Signore<br />

ed ogni vivente vedrà la salvezza del nostro Dio ». Questo passo, nel<br />

<strong>senso</strong> che le dà qui la <strong>liturgia</strong>, si riferisce simultaneamente: 1. ai<br />

giudei dell'Antico Testamento che aspettavano la loro liberazione<br />

messianica che Dio concesse loro, e a tutto il mondo, con l'incarna-

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