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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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674 CAP. XXI - LITURGIA E SPIRITUALITÀ<br />

tamento alla memoria e all'intendimento discorsivo come spiega<br />

nel II e III libro <strong>della</strong> Salita.<br />

Con tutto questo non voglio affatto insinuare che S. Giovanni<br />

<strong>della</strong> Croce, e ancora meno S. Teresa, ritenga positivamente la franca<br />

accettazione <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> come centro di vita spirituale una via inadatta<br />

allo sviluppo <strong>della</strong> vita mistica, per il motivo che la <strong>liturgia</strong>,<br />

assai legata ai sensi, ai riti esteriori, alle manifestazioni comunitarie<br />

di pietà, sarebbe da essi stimata poco adatta ad alimentare quella<br />

nudità di spirito che è pur essenziale in quella vita. Voglio solo far<br />

notare che nei grandi dottori mistici del secolo XVI, i quali, con il<br />

loro concentramento sull'aspetto psicologico e descrittivo dell'unione<br />

con Dio, fecero fare tanto progresso alla dottrina mistica, non viene<br />

spiegato quale posto abbia o possa avere la <strong>liturgia</strong> nell'esperienza<br />

contemplativa. Che anzi, le loro descrizioni psicologiche di questa<br />

esperienza sollevano addirittura una questione intorno alla compatibilità<br />

tra mistica e vita liturgica e comunitaria pienamente accettata.<br />

Un testo di Cassiano<br />

Per risolvere questa questione hanno capitale importanza, come<br />

sempre quando si tratta di mistica, l'esperienza e la testimonianza<br />

precisa degli stessi mistici. La prima cosa da vedere è dunque se<br />

nella storia <strong>della</strong> mistica vi siano delle testimonianze nelle quali mistica<br />

e <strong>liturgia</strong> appaiano in qualche modo normalmente unite. Questi<br />

casi esistono e dimostrano, per via di fatto, che <strong>liturgia</strong>, spiritualità<br />

e mistica possono andare benissimo insieme ed anche insieme rigogliosamente<br />

prosperare. Questi casi e queste testimonianze, allargando<br />

e completando la nostra informazione intorno all'esperienza<br />

mistica, ci impediscono di dedurre da certe affermazioni, come quelle<br />

sopra citate di S. Giovanni <strong>della</strong> Croce, giudizi e conclusioni ingiustificate.<br />

<strong>Il</strong> caso storico più completo di perfetto connubio tra <strong>liturgia</strong>,<br />

spiritualità liturgica e mistica pare quello di S. Gertrude. Ma perché<br />

devote visibili, perché non hanno ancora divezzato il palato dalle cose del secolo;<br />

e quindi mediante il gusto delle cose sante più facilmente lasciano tutti<br />

gli altri gusti; come facciamo con un bambino, al quale, se vogliamo togliere<br />

una cosa, gliene diamo un'altra, affinché non resti a mani vuote e non pianga.<br />

Però, se vuol progredire, l'uomo spirituale si deve spogliare anche dei suddetti<br />

gusti ed appetiti in cui la volontà può dilettarsi. <strong>Il</strong> puro spirito molto poco si<br />

attacca ad alcunché di quelle cose, ma soltanto si fonda nel raccoglimento interiore<br />

e nel tratto mentale con Dio; e quantunque si giovi delle immagini e<br />

degli oratori, lo fa molto di passaggio, elevandosi subito a Dio e dimenticando<br />

tutto ciò che è sensibile. Pertanto, benché sia meglio pregare nei luoghi più<br />

adatti, ciò nonostante è da scegliersi quel luogo ove il <strong>senso</strong> e lo spirito saranno<br />

meno impediti di sollevarsi al Signore » (III, 38, 1; ed. crit. spagn. cit.. <strong>Il</strong>i 39, 1<br />

p. 743). Sta il fatto che San Giovanni non parla dell'orazione liturgica, né dei<br />

sacramenti e delle cerimonie, ecc., se non in rapporto al pericolo che alimentino<br />

gusti sensibili di cose esteriori e visibili e così impediscano la nudità dello spirito<br />

necessaria alla vera contemplazione. Vedi anche, per es., S. TERESA, Cammino<br />

di perfezione 26-29; 31.

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