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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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SEGNO, IMMAGINE E SIMBOLO 49<br />

Nello stesso modo, l'inchino fatto per esprimere la venerazione<br />

contiene veramente, come l'effetto contiene la causa, questo sentimento<br />

di venerazione e così lo esprime e lo significa a chiunque<br />

ne comprende il motivo. I segni reali liberi sono, dunque, come<br />

creazioni libere dell'uomo nelle quali egli incarna e rende sensibili<br />

i suoi concetti e i suoi sentimenti invisibili e attraverso i quali un<br />

altro può conoscere questi stessi concetti e sentimenti.<br />

I segni di pura ragione non solo sono segni liberi e non naturali<br />

ma non sono in nessun modo creazioni dell'uomo e quindi non<br />

sono effetti reali <strong>della</strong> sua volontà e dei suoi concetti ed affetti.<br />

Sono oggetti esterni non creati o modificati dall'uomo, ma presi<br />

da lui, convenzionalmente a suo arbitrio, come segni di qualcosa<br />

d'altro. Così, per esempio, se due uomini volessero prendere, non<br />

già l'emblema dell'arcobaleno, ma l'arcobaleno reale nel cielo come<br />

segno <strong>della</strong> loro riconciliazione.<br />

Segno, immagine e simbolo<br />

Tra i concetti molto vicini a quello di segno, i concetti di immagine<br />

e di simbolo sono di non poca importanza nella <strong>liturgia</strong>.<br />

Spesso, oggi, sono usati come sinonimi, ma, a guardarci bene, l'immagine<br />

e il simbolo sono specie particolari di segni.<br />

L'immagine, nei nostri concetti odierni, è un segno reale naturale<br />

che comporta tra il segno e la cosa significata una relazione<br />

di similitudine secondo la specie o per lo meno secondo una nota<br />

caratteristica <strong>della</strong> specie, principalmente secondo la configurazione<br />

estrinseca 29 . Perciò non diciamo che il fumo è l'immagine del fuoco,<br />

né che l'orma di un bove è l'immagine del bove (bensì forse <strong>della</strong><br />

pianta del suo piede), né diciamo che la ghianda è l'immagine <strong>della</strong><br />

quercia; mentre diciamo che l'abbozzo è l'immagine <strong>della</strong> statua<br />

e la statua l'immagine di colui che rappresenta e il figlio l'immagine<br />

del padre, e parliamo dell'uomo immagine di Dio.<br />

Assai più difficile riesce determinare il concetto moderno di<br />

simbolo 30 . È certo che ogni simbolo è un segno, ma non tutti i<br />

segni sono simboli; così non diciamo che il fumo sia simbolo del<br />

fuoco, ma il suo segno, il suo indice. Non diciamo che il ritratto<br />

sia simbolo di colui che rappresenta ma la sua immagine. Né diciamo<br />

che il grido sia simbolo del dolore che esprime. Simbolo non<br />

si identifica, dunque, né con segno in genere, né con immagine in<br />

specie. Sembra invece indicare, oggi, per noi, un segno libero sia<br />

reale sia di pura ragione per distinzione dal segno naturale. Così,<br />

29 Cfr. S. TOMMASO, Stimma I q 93 a 1 e 2. La nozione di immagine,<br />

eikon, presso gli antichi greci era più larga: ogni cosa che induce alla conoscenza<br />

di un'altra era detta eikon.<br />

30 Dal greco symbolon, da syn ballo, ossia tessera di riconoscimento formata<br />

da una parte di un oggetto che veniva ricongiunta alla parte mancante<br />

formando così di nuovo l'oggetto intero.

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