TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

576 CAP. XIX - TEOLOGIA E LITURGIA NEI PADRI
rizzazione di una sana teologia liturgica figurativa e, in genere,
del concetto del segno, figura, ecc. e quindi del simbolismo e del
mysterium in teologia. Infatti, il concetto di segno e la possibilità
della sua applicazione in tutta la teologia è il grande contributo
patristico in questo campo. Il primo grande vantaggio di aver considerato
la liturgia anzitutto così e, nella sua spiegazione, di avere
sempre posto come prima questione quella del significato dei singoli
segni, ossia del senso dei « misteri » ivi contenuti, è di averla perciò
stesso considerata anzitutto sullo sfondo della storia sacra. Il secondo
è di averla considerata nel suo insieme elaborando una
teologia dei « sacramenti » o « misteri » della Chiesa in genere
e analizzando la teologia dei sette sacramenti maggiori in questo
quadro generale. Il che vuol dire che nei Padri, la teologia dei sette
sacramenti è nel quadro connaturale della teologia liturgica in
genere. Infatti, nei riti liturgici considerare anzitutto l'aspetto
segno, o « mistero », o « sacramento » nel senso dei Padri, è considerare
anzitutto quello che è comune a tutta la liturgia.
Sappiamo anche che questi vantaggi furono pagati con uno
svantaggio : quello di non arrivare ad una sufficiente distinzione
dei nostri sette riti o sacramenti maggiori dal resto della liturgia,
distinzione che riguarda essenzialmente la loro speciale origine,
efficacia e necessità rispetto a tutti gli altri. E innegabile che nel
concetto patristico di mysterìon, mysterium, sacramentum, primeggia
a tal punto l'aspetto segno, che l'aspetto efficacia, pur
realmente ivi contenuto e notato dai Padri, rimane tuttavia da
loro poco analizzato nei suoi singoli aspetti 69 . Fu il grande merito
della scolastica occidentale, in specie di S. Tommaso, di aver appunto
elaborato nel concetto di sacramentum, mysterium, l'aspetto
di efficacia lasciato ancora troppo indeterminato nella tradizione
patristica, ciò che permise di riconoscere riflessivamente e pienamente
ai nostri sette sacramenti il posto specialissimo che ad essi
spetta nell'insieme della liturgia.
Ma sappiamo ormai che, mentre in S. Tommaso stesso l'equilibrio
tra i due aspetti: segno ed efficacia dei sacramenta era ancora
notevole e quindi era ancora notevole l'immissione della liturgia
nella sintesi teologica, almeno nel trattato dei sacramenti, negli
scolastici posteriori questo equilibrio venne meno: si badò talmente
all'aspetto efficacia che l'aspetto segno venne troppo dimenticato
e quindi la liturgia praticamente espulsa dalla sintesi teologica.
Una più giusta rivalorizzazione dell'aspetto segno, imparata alla
scuola dei Padri, ma nel rispetto di tutti i progressi posteriori
della teologia, dell'esegesi e della storia, deve ricondurre a ritrovare
una più intima unità tra liturgia e sintesi teologica in genere.
00 Fatto significativo: Schillebeeckx, che nella sua opera analizza largamente
l'aspetto di segno nei predetti concetti presso i Padri, non può indicare (p. 80 s)
che relativamente poche e generali espressioni patristiche che riguardino l'aspetto
dell'efficacia negli stessi concetti.