TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

L'OPERA DI GESÙ 351
per superare Satana e liberare l'uomo è stato per Gesù la sua propria
morte. Quando si considera che, secondo il Nuovo Testamento,
peccato, malattie e morte sono grandezze correlative e indissolubilmente
connesse, è facile capire come si possa, come lo fa qui l'autore,
sintetizzare tutto l'impero di Satana e la schiavitù dell'uomo
nella parola: morte, e la redenzione acquistataci da Cristo sulla
Croce per affrancarci dalla schiavitù di Satana nonché lo scopo
dell'incarnazione, nella liberazione dalla morte.
Ciò che l'autore dell'epistola agli ebrei così sintetizza è ripetutamente
affermato e spiegato più analiticamente dagli altri autori
del Nuovo Testamento. Caratteristico da questo punto di vista l'inquadramento
generale dell'inizio del ministero pubblico di Gesù nei
sinottici: battesimo, tentazione, inizio dell'azione pubblica di Gesù
come predicazione e operazione di guarigioni. Subito dopo il battesimo
« Gesù è spinto nel deserto dallo Spirito per esservi tentato
dal diavolo » (Mt 4,1 e parali.). Il significato della tentazione, che
precede immediatamente la realizzazione dell'opera messianica, è
di mostrare in quest'opera il senso di una lotta personale, che
interessa però tutta l'umanità, tra Gesù e Satana. I protagonisti
dei due regni sono l'uno di fronte all'altro. Satana, per trascinare
Gesù, si serve dei suggerimenti di un messianismo temporale.
Vi è un notevole parallelismo tra la situazione di Gesù che sta
per cominciare il suo ministero messianico e la situazione di Adamo
nei primordi dell'umanità: l'inizio e la ripresa della storia religiosa
del genere umano; il primo Adamo e il secondo Adamo. Satana,
l'avversario, sta subito di fronte all'uno e all'altro. Ma col primo
Adamo è vincitore, col secondo Adamo è vinto. È probabile che
questo significato della scena della tentazione non sia sfuggito agli
evangelisti.
Che poi, effettivamente, essi abbiano considerato la tentazione
come un'introduzione a tutta l'opera messianica di Gesù e questa
stessa opera come una lotta contro Satana, lo prova il loro
modo di connettere la narrazione dell'inizio del ministero di Gesù
con la precedente tentazione. L'opera messianica dopo la tentazione
è descritta dagli evangelisti come consistente in due cose: nella
predicazione della dottrina che il regno di Dio è venuto, e nelle
guarigioni considerate tutt'uno con la cacciata dei demoni. Ecco,
per esempio, il succo del testo di Marco subito dopo la narrazione
della tentazione : « Ora, dopo che Giovanni fu messo in prigione,
Gesù venne in Galilea predicando il vangelo del regno di Dio. Egli
diceva: il tempo è compiuto e il regno di Dio s'è avvicinato; fate
penitenza e credete al vangelo... Vennero a Cafarnao; e subito, il
giorno di sabato, Gesù entrato nella sinagoga si mise ad insegnare...
In quel mentre c'era nella sinagoga un uomo posseduto da uno
spirito immondo, il quale si mise a gridare: che c'è tra noi e te,
Gesù nazzareno? Tu sei venuto per perderci. Io so chi tu sei: il
Santo di Dio. Ma Gesù lo sgridò dicendo: taci ed esci da costui.
E lo spirito immondo, dopo averlo malmenato violentemente, uscì