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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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638 CAP. XXI - LITURGIA E SPIRITUALITÀ<br />

mai considerato, tanto meno ascoltato, da Dio separatamente dal<br />

corpo <strong>della</strong> Chiesa, anzi da Cristo stesso, nel quale è inserito.<br />

Tuttavia, le diverse preghiere fatte nel seno <strong>della</strong> Chiesa e che,<br />

dunque, in un certo <strong>senso</strong> sono tutte preghiere <strong>della</strong> Chiesa, la<br />

Chiesa stessa come tale le fa sue e le considera sue in gradi diversi<br />

e a titoli diversi. Così tutte le preghiere fatte nel seno <strong>della</strong> Chiesa<br />

sono bensì preghiere <strong>della</strong> Chiesa, ma non lo sono tutte nello stesso<br />

grado e allo stesso titolo perché la Chiesa, e Cristo stesso, pur ammettendole<br />

tutte come sue, vi annette gradi diversi d'impegno e<br />

d'autenzia dinanzi a Dio. Nel caso, per esempio, da noi altrove<br />

riferito, che, in una parrocchia, la comunità parrocchiale, sotto la<br />

presidenza e la guida del parroco e dietro raccomandazione, o<br />

anche esplicito comando, dell'autorità ecclesiastica competente, recita<br />

solennemente il rosario o fa lina solenne Via crucis, si ha la preghiera<br />

<strong>della</strong> Chiesa a un titolo diverso e a un grado ben superiore,<br />

con un grado corrispondente di efficacia ex opere operantis Ecclesiae<br />

ben superiore di quello che avviene nel caso di un semplice<br />

fedele che recita privatamente una preghiera anche molto lodata e<br />

raccomandata dalle autorità ecclesiastiche, per esempio il rosario<br />

e l'Anima Christi.<br />

Però, la recita del rosario in chiesa anche sotto la guida ufficiale<br />

del parroco e dietro raccomandazione o comando delle autorità<br />

competenti, non essendo considerata come un atto propriamente<br />

liturgico, almeno per ora, deve essere ritenuta preghiera <strong>della</strong> Chiesa<br />

in un grado e a un titolo diverso e inferiore, con una corrispondente<br />

efficacia ex opere operantis Ecclesiae inferiore a tutte le preghiere<br />

liturgiche propriamente dette. La preghiera liturgica è preghiera<br />

<strong>della</strong> Chiesa corpo di Cristo e sposa di Cristo e quindi preghiera<br />

di Cristo stesso nella sua Chiesa, per mezzo <strong>della</strong> sua Chiesa e a<br />

favore <strong>della</strong> sua Chiesa, a un grado e a un titolo eminente che non<br />

compete alle altre preghiere fatte nella Chiesa, dalla Chiesa legittimamente<br />

riconosciute o anche caldamente raccomandate.<br />

La preghiera liturgica non è semplicemente uno dei tanti modi<br />

di pregare legittimamente riconosciuti e usati nella Chiesa, ma è<br />

una preghiera che rispetto alle altre è fuori serie per dignità ed<br />

efficacia. È semplicemente la dottrina <strong>della</strong> dignità maggiore <strong>della</strong><br />

preghiera liturgica rispetto a quelle private. È quanto afferma esplicitamente<br />

il concilio vaticano II : « Perciò ogni celebrazione liturgica,<br />

in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo Corpo, che è<br />

la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e^e^sun^altra azione <strong>della</strong><br />

Chiesa, allo stesso titolo e allo stesso grado, ne uguaglia l'efficacia » ".<br />

Pio XII aveva detto : « Senza dubbio, la preghiera liturgica, essendo<br />

pubblica supplica dell'inclita Sposa di Gesù Cristo, ha una dignità<br />

maggiore di quella delle preghiere private » ". « Questa forma (privata)<br />

di culto, la Chiesa non soltanto la tollera, ma la riconosce<br />

" CL, art. 7.<br />

i* MD, n. 37.

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