TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

LA PROVA LITURGICA IN TEOLOGIA 527
La liturgia come prova dalla tradizione dell'apostolicità
di una dottrina: sua possibilità e, a questo scopo,
sua poca utilità effettiva
La questione nostra è se il predetto quadro dell'ideale positivo
scolastico esiga, o almeno permetta, per il vero vantaggio della teologia,
un'incorporazione della liturgia sostanzialmente più abbondante
e specialmente qualitativamente migliore di quella che praticarono
o praticano i teologi positivo-scolastici e in specie gli odierni
manualisti. A questa questione mi pare dover rispondere senza esitazione
di no.
Ci si potrebbe chiedere se, eventualmente, nello schema positivo
scolastico non si dovesse far ricorso alla liturgia subito dopo l'enunciazione
della tesi, là dove si citano per lo più testi del magistero
straordinario, concili o decisioni ex cathedra, per far vedere che la
dottrina enunziata nella tesi è veramente la dottrina della Chiesa.
Infatti i positivo-scolastici ammettono che dalla liturgia si può conoscere
la dottrina del magistero. Ma questi teologi non fanno ricorso
alla liturgia a questo punto dell'argomentazione.
Riflettendo a quanto abbiamo esposto nel capitolo precedente, si
deve concedere che, nel negligere la liturgia in questo punto, i positivoscolastici,
supposto il loro concetto di teologia, sono condotti da sicuro
istinto. Infatti, abbiamo visto che la liturgia è bensì importante per conoscere
il pensiero della Chiesa sopra una determinata dottrina, ma
che questo pensiero non si trova in modo diretto e didatticamente preciso
guardando alla sola liturgia. Per arrivare a tale precisione bisogna
praticamente sempre ricorrere agli altri mezzi nei quali si esprime
il magistero in modo diretto, principalmente alle decisioni del magistero
straordinario. Quando, dunque, i positivo-scolastici, per provare
che la dottrina espressa nella tesi con il grado d'autorità relativo è veramente
oggi la dottrina della Chiesa, non ricorrono alla liturgia
ma ai documenti nei quali il magistero esprime direttamente e didatticamente
il suo pensiero, principalmente alle decisioni dei concili
e del magistero del Papa ex cathedra, sanno benissimo quello
che fanno. La liturgia, in questo caso, sarebbe di nessuna o di pochissima
utilità, poiché per stabilirne il senso e la portata didattica
precisa in un determinato caso, bisogna comunque ricorrere a questi
altri documenti 41 .
Ed è per questo che nella positivo-scolastica la liturgia, per quel
tanto che vi entra, vi entra normalmente come semplice elemento
della prova dalla tradizione. Ora, sappiamo che il senso ultimo di
41 È per questo che, nelle tesi che esprimono una dottrina di fede, i positivo-scolastici
ricorrono alle decisioni del magistero straordinario, in specie
al Tridentino nelle dottrine definite contro i protestanti, al Vaticano in quelle
definite contro i razionalisti e i semirazionalisti, ai documenti antimodernisti
contro i modernisti, alle decisioni ex cathedra nelle questioni dell'Immacolata
Concezione, dell'Assunzione, ecc.