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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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CULTO E CARITÀ 659<br />

Poiché il culto è anzitutto una disposizione d'animo interna, la<br />

materia che offre in omaggio a Dio sono anzitutto quelle disposizioni<br />

e quegli atti d'animo interni nei quali consistono le virtù. Ma,<br />

tra essi, primeggiano al sommo grado la disposizione d'animo e gli<br />

atti interni nei quali consistono le tre virtù teologali: fede, speranza<br />

e carità. Le quali, più di ogni altra virtù o disposizione d'animo,<br />

hanno valore religioso, appunto perché più d'ogni altra virtù e disposizione<br />

d'animo, oltre ad essere quello che sono secondo il loro oggetto<br />

formale proprio, hanno valore d'omaggio al creatore, sommo<br />

governatore e fine di tutte le cose. Esse, infatti, e anzitutto la carità,<br />

implicano più d'ogni altra virtù quel riconoscimento riverenziale,<br />

quella umiltà e sottomissione, quella dedizione completa di se stesso<br />

con sentimento d'adorazione e di lode che costituiscono come l'atmosfera<br />

psicologica generale <strong>della</strong> virtù di religione. È dunque nell'offerta<br />

a Dio dell'atto di fede, di speranza, ed anzitutto di carità,<br />

come sommo omaggio a Lui dovuto perché creatore, sommo governatore<br />

e fine di ogni cosa, che si realizza, in prima linea, l'atto <strong>della</strong><br />

virtù di religione e quindi il sommo culto.<br />

Bisogna aggiungere però che, se nell'offerta <strong>della</strong> fede, <strong>della</strong><br />

speranza ed anzitutto <strong>della</strong> carità, si realizza il sommo culto a Dio,<br />

la somma fede, la somma speranza e la somma carità che viene<br />

offerta in culto a Dio su questa terra è, appunto, la fede, la speranza<br />

e la carità di cui Gli si fa omaggio nell'azione cultica cristiana,<br />

in prima linea <strong>della</strong> messa; per cui l'azione cultica cristiana, in prima<br />

linea <strong>della</strong> messa, è, appunto, il sommo culto reso a Dio su questa<br />

terra.<br />

Questo perché la fede, la speranza e la carità che viene offerta<br />

in omaggio a Dio nell'azione liturgica, è, a un titolo superiore che<br />

non possiede nessun altro atto di fede, di speranza o di carità, fatto<br />

da qualsiasi individuo o gruppo d'individui, sia pure nella Chiesa, la<br />

fede, la speranza e la carità <strong>della</strong> Chiesa stessa, come corpo mistico<br />

integro di Cristo, capo e membra. Nello stesso modo che la preghiera<br />

liturgica ufficiale, perché, a un titolo speciale che non possiede<br />

nessun altra preghiera, è la preghiera <strong>della</strong> Chiesa come tale,<br />

integro corpo mistico di Cristo capo e membra, ed è perciò, d'una<br />

dignità ed efficacia che trascende quaggiù ogni altra preghiera; così<br />

l'atto di fede, di speranza e di carità, di cui quella stessa preghiera<br />

liturgica non è che l'espressione, trascende per dignità ogni altro<br />

atto di fede, speranza e carità su questa terra, perché è atto di fede,<br />

speranza e carità preso a proprio conto a un titolo eminente dalla<br />

Chiesa come tale, dallo stesso suo capo Gesù Cristo, e a questo titolo<br />

speciale, presentato in omaggio cultuale a Dio.<br />

E la dottrina generale <strong>della</strong> trascendenza <strong>della</strong> preghiera e del<br />

culto liturgico sulla preghiera e sul culto non liturgico, spiegata a<br />

proposito del concetto di opus operantis Ecclesiae. Ricordiamoci:<br />

nessuna preghiera e nessun culto su questa terra è accetto al Padre<br />

se non presentato da Cristo stesso e considerato in qualche modo<br />

da Lui come atto proprio. Agli occhi del Padre, nessuna cosa fatta dagli

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