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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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42 CAP. II - LITURGIA E SEGNI SENSIBILI<br />

plici presupposti o derivati <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>, ma parti coessenziali<br />

<strong>della</strong> stessa; come, poniamo, il corpo è parte coessenziale dell'uomo<br />

e non un suo presupposto o un suo derivato.<br />

Includere nella definizione <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> solo l'aspetto culto<br />

significa fare un selezionamento arbitrario nella realtà liturgica<br />

concreta. Questa comprende essenzialmente non solo un certo<br />

atteggiamento, una certa azione <strong>della</strong> Chiesa verso Dio, ma anche<br />

un atteggiamento, un'azione di Dio verso la Chiesa. La <strong>liturgia</strong><br />

non è un monologo, ma un dialogo tra Dio è la Chiesa, nel quale<br />

anzi l'iniziativa è sempre di Dio. La <strong>liturgia</strong> è un punto di contatto<br />

e d'incontro tra Dio e la Chiesa. Nella sua realtà concreta si compenetrano<br />

inseparabilmente l'azione di Dio che santifica la Chiesa<br />

e la risposta <strong>della</strong> Chiesa che rende il suo culto a Dio.<br />

E poiché l'azione di Dio che santifica la Chiesa, non si realizza<br />

che per mezzo di Cristo e in Lui, e la risposta cultuale <strong>della</strong> Chiesa<br />

non si fa che per mezzo di Cristo e in Lui, la <strong>liturgia</strong> è, sotto il<br />

velo dei segni sensibili ed efficaci, il punto d'incontro in Cristo<br />

di Dio che santifica la Chiesa e <strong>della</strong> Chiesa che risponde rendendo<br />

il suo culto a Dio.<br />

Non senza motivo il Concilio Vaticano II, con insistenza, prospetta<br />

ovunque sia l'opera di Cristo, sia la stessa <strong>liturgia</strong> che la<br />

continua sulla terra, nel suo doppio inscindibile aspetto <strong>della</strong><br />

santificazione e del culto ls . È da sperare che ormai questo punto<br />

rimanga saldamente acquisito l *.<br />

Definizione <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> e Sacramentimi<br />

Non si mancherà di notare che la proposta definizione <strong>della</strong><br />

<strong>liturgia</strong> non è altro, in fondo, che un certo allargamento <strong>della</strong> classica<br />

definizione dei sette sacramenti in genere, i quali, dopo S. Tommaso,<br />

sono definiti: segni sensibili efficaci (ex opere operato) <strong>della</strong><br />

** Oltre all'articolo 7 <strong>della</strong> CL, vedi gli articoli: 5; 6; 10; 33; 48; 59; 61; 83.<br />

Vedi anche MD n. 3; 169; 203.<br />

19 Tanto più sono da rigettare quelle definizioni <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> che nella<br />

stessa non solo considerano soltanto l'aspetto culto, ma, inoltre, si fermano<br />

solo a ciò che nel culto è d'istituzione ecclesiastica senza includervi ciò che<br />

è d'istituzione propriamente divina. Così, per esempio, C. CALLEWAERT, Liturgicce<br />

institutiones - De S. Liturgia universim, Bruges, 1911 p. 5 definiva la <strong>liturgia</strong><br />

« l'ordinazione ecclesiastica del culto pubblico », « il culto pubblico in<br />

quanto è ordinato dall'autorità ecclesiastica ». Si può accettare come definizione<br />

tecnica rigorosa <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> quella proposta da O. Casel? Egli così definisce<br />

la <strong>liturgia</strong> : « La <strong>liturgia</strong> è il mistero cultuale di Cristo e <strong>della</strong> Chiesa » (Mysteriengegenwart,<br />

in: Jahrbuch fur Liturgiewiessenschaft 8 (1928) 212; oppure:<br />

« La <strong>liturgia</strong> è l'azione rituale dell'opera <strong>della</strong> salvezza di Cristo nella Chiesa<br />

e per la Chiesa, cioè, è la presenza dell'opera divina <strong>della</strong> redenzione sotto<br />

il velo dei simboli » (ibid. p. 145). A questa definizione si devono fare, a mio<br />

parere due critiche: a) rimane da spiegare cosa significhino le espressioni<br />

« mistero cultuale », « azione rituale », « presenza dell'opera... ». Ora, una definizione<br />

deve essere chiara, b) Di fatto Casel intendeva « mistero cultuale »,<br />

« presenza... » non solo nel <strong>senso</strong> generale di mistero da noi sopra spiegato,

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