TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

ato meraviglie di vita divina, 463s;
la liturgia legge i testi mariani del
N.T. alla luce dell'esplicitazione dei
dogmi mariani, 452; tipologia patristica,
non biblica, di M. come Eva,
450; e di M. come Giuditta e come
Ester, 451; feste mariane e Storia Sacra
mistero di Cristo, 184; le feste
mariane pongono in rilievo qualche aspetto
del Mistero di Cristo tutto presente
in ogni messa, 184; M. nel Communicantes
della messa, 327; M. e
l'attualizzazione nel fedele, durante
l'azione liturgica, della narrazione del
Natale come virtù redentiva, 453; oggetto
del culto di iperdulia, 146; M.,
gli angeli e la liturgia dei malati,
341; il nome di M. introdotto modernamente
con quello di S. Giuseppe
nel Proficiscere, 341 n. 64; e lotta
contro Satana, 414, 420ss; la festa della
maternità di M. e il suo significato
antidemoniaco, 422 n. 194; la
festa di M. ausiliatrice e il significato
antidemoniaco, 422 n. 194; e lotta contro
Satana nelle feste mariane recenti,
421s; solo M. fu perfetta nel suo
grado di grazia santificante e di carità
anche attuale che Dio le aveva
stabilito: per gli altri fedeli invece
si tratta sempre di tendenza e di avvicinamento
alla perfezione, 612; Dio,
Cristo, M., gli angeli e i santi sorreggono
il fedele nella sua tendenza
alla perfezione cristiana, 613; M. come
oggetto di meditazione liturgica,
650; le composizioni dei testi delle
due feste dei Sette dolori di M. come
esempio di sensibilità religiosa
più soggettiva che oggettiva, 307 n.
22; la comunione dei santi, ed anzitutto
con M., è uno dei punti che la
spiritualità liturgica presenta in equilibrio
con gli altri punti fondamentali
del dogma, 628; nella spiritualità
liturgica i tratti caratteristici
e la luce degli oggetti da considerare
(Dio, Cristo, eucaristia, M.) sono presentati
dalla liturgia, dalla Bibbia e
dal dogma, quindi dal di fuori del
soggetto, 629; devozioni mariane extraliturgiche
e liturgia, 633; mese di
M. come devozione mariana extraliturgica
e liturgia, 633; il piccolo
ufficio della Madonna come testo di
devozione mariana nel M.E., 747; la
fede è implicata in modo assai diverso
nelle feste mariane dell'Assunzione,
della Presentazione, dell'apparizione
a Lourdes, di M. mediatrice
di tutte le grazie, della traslazione
della sacra casa di Loreto, 478, 491ss,
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495; Assunzione, 478, 491ss, 495; nella
nuova messa dell'Assunzione non si
fa menzione della morte corporale
di M., 492; Immacolata concezione,
492, 493ss; apparizioni a Lourdes,
478, 491; Mediazione, 477s, 491, 492,
508; la festa della mediazione della
Madonna è per ora solo un'opinione
teologica anche se potrebbe non rimanere
sempre in tale fase, 491s, 508;
Presentazione, 478, 491, 495; traslazione
della S. Casa di Loreto, 478,
491, 495; concezione, santificazione,
sposalizio, annunciazione di M. secondo
S. Tommaso, 548 n. 35; verginità
perpetua di M. provata dalla liturgia
da F. A. Zaccaria, 518; Assunzione
di M. nei teologi positivo-scolastici
del sec. XVIII, 519ss; nelle visioni
di S. Gertrude, 700; M. e la suppletio
in S. Gertrude, 713; M. e la
spiritualità liturgica di S. Gertrude,
720s. Vedi: Assunzione, Immacolata
concezione.
MARIA LAACH: sua importanza per il
movimento liturgico teologico, 10
MARIOLOGIA: trattato teologico della m.
e liturgia, 548 n. 35; 549 n. 37, 552, 601
MARTIRI: non disprezzarono né perseguitarono
la carne come nemica, 301;
il tema dei Salmi, di Dio come protettore
del giusto e pio israelita è
letto alla luce della protezione ancor
più mirabile concessa ai m., 440; la
resurrezione simbolica dei m. precede
lo stabilirsi del regno messianico
nell'Apocalisse, 362; sviluppo del culto
dei m. 326; il culto dei m. è la
radice del culto liturgico dei santi,
326; alla commemorazione liturgica
dei m. nei secoli IV-V vennero aggiunti
Maria e i confessori, 327; il
concetto della comunione coi santi
e della nostra venerazione si determina
in modo speciale nella messa,
327; la festa di tutti i m. precede
sin dal sec. V la festa di Ognissanti,
328
MARTIRIO: come partecipazione al sacerdozio
di Cristo, 156; e sacerdozio
universale dei fedeli, 153ss; come sacerdozio
e sacrificio esercitato fuori
del sacerdozio e sacrificio dell'eucarestia,
ma anzi come preparazione
e derivazione da questi, 156, 160, 164;
è l'espressione massima del sacrificio
interno della propria persona,
142; la teologia ne esplicita la più
perfetta imitatio Christi perché è totale
dedizione di sé a Dio, 419; nel suo
significato di lotta contro Satana
presso i Padri, 369; specialmente