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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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QUATTRO DIMENSIONI DEL SEGNO LITURGICO 87<br />

* * *<br />

In conclusione, il segno liturgico ha, dunque, quattro dimensioni:<br />

è segno dimostrativo delle realtà sacre invisibili presenti:<br />

anzitutto <strong>della</strong> grazia santificante e del culto interno; quindi di Dio<br />

operante la santificazione e oggetto di culto; di Cristo, causa strumentale<br />

ed esemplare <strong>della</strong> santificazione e causa principale ed<br />

esemplare nonché oggetto del culto; <strong>della</strong> Chiesa oggetto <strong>della</strong> santificazione<br />

e causa strumentale del culto. È segno morale e impegnativo<br />

già nel presente delle azioni future <strong>della</strong> vita di chi riceve<br />

la santificazione e rende il culto. È segno rimemorativo delle azioni<br />

salutifere di Cristo, anzitutto <strong>della</strong> sua passione e morte, nonché<br />

dei culti e delle santificazioni che avvennero nel mondo dopo il<br />

peccato di Adamo e prima di Cristo. È segno preannunziativo o profetico<br />

<strong>della</strong> gloria celeste e del culto <strong>della</strong> Gerusalemme futura.<br />

È da osservare però che le realtà del passato e quelle del<br />

futuro, non sono significate nei segni liturgici come puramente<br />

passate o future, ma lo sono, in qualche modo, anche come presenti.<br />

La questione di come debba essere concepita questa presenza <strong>della</strong><br />

realtà sacra passata, nell'azione liturgica attuale, quando si tratta<br />

delle azioni salutifere di Cristo nella sua vita mortale, e specialmente<br />

<strong>della</strong> passione, per la sua speciale difficoltà, sarà esaminata<br />

a parte. Ma è chiaro sin d'ora che le santificazioni e i culti che<br />

ebbero luogo prima di Cristo sono significati nei segni liturgici<br />

anche come presenti: in quanto il segno liturgico significa, come<br />

presente, la santificazione e il culto cristiano, il quale, eminentemente,<br />

compie in se stesso e rende presenti le santificazioni e i<br />

culti prima di Cristo, come la statua più perfetta compie in sé e<br />

rende presente l'abbozzo che l'ha preceduta. Invece la gloria futura<br />

e il culto <strong>della</strong> Gerusalemme celeste sono significati nel segno liturgico<br />

anche come presenti, perché la grazia <strong>della</strong> santificazione e<br />

il culto significati nella <strong>liturgia</strong> sono realmente il seme e il primo<br />

abbozzo <strong>della</strong> gloria futura e del culto celeste. Infatti, il seme e l'abbozzo<br />

significano come presente e, a loro modo, rendono già presente<br />

la cosa di cui sono il seme e l'abbozzo. <strong>Il</strong> passato e il futuro<br />

sono, dunque, significati nei segni liturgici come in un soprattemporale<br />

presente, perché le realtà sacre invisibili significate, sotto<br />

un certo aspetto, come passate o future, sotto un altro aspetto<br />

sono significate come concentrate nella realtà presente. I segni<br />

liturgici concentrano dunque, a loro proprio modo, tutta la realtà<br />

<strong>della</strong> storia sacra nel suo presente, passato e futuro.<br />

Si osserverà che in tutto questo non ho fatto altro che completare<br />

ed adattare alla realtà liturgica in tutti i suoi aspetti quello che,<br />

intorno al significato dei segni sacri, S. Tommaso aveva asserito<br />

dei sette sacramenti in modo speciale quando in essi vedeva un<br />

triplice significato. « Sacramento propriamente detto, aveva osservato<br />

il santo Dottore restringendo il vecchio concetto di sacramentum<br />

ai soli sette sacramenti, si chiama quello che è ordinato a

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