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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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526 CAP. XVII - POSITIVO-SCOLASTICA E LITURGIA<br />

coll'intento di dimostrare che i dogmi che ora sono proposti dalla<br />

Chiesa alla nostra fede, sono sostanzialmente gli stessi che furono<br />

predicati dagli Apostoli e da Cristo. Essa differisce così dalla teologia<br />

positiva, in quanto questa fa meno attenzione all'ordine cronologico,<br />

e dalla storia dei dogmi in quanto questa descrive il progresso <strong>della</strong><br />

dottrina cristiana senza voler per altro dimostrare la sua unità e<br />

identità con la rivelazione primitiva » 39 . Tra teologia positiva e storica<br />

per Tanquerey vi è dunque solo differenza accidentale : che la teologia<br />

positiva fa meno attenzione all'ordine cronologico; del resto l'una e<br />

l'altra hanno per scopo di dimostrare l'identità, almeno sostanziale,<br />

<strong>della</strong> dottrina oggi predicata dalla Chiesa con la rivelazione primitiva<br />

contenuta nella Scrittura e nella tradizione apostolica.<br />

Che poi questa prova, nella mente di Tanquerey, debba farsi per<br />

sola via storica e critica, è chiaro ancora, per esempio dal seguente<br />

testo : « Effettivamente, il metodo positivo e storico, per le tesi di primaria<br />

importanza, è sommamente confacente per confutare gli errori<br />

di coloro i quali, con Harnack, pretendono che i dogmi cattolici abbiano<br />

subito una naturale evoluzione; ma se si usasse per tutte le<br />

questioni, anche per le accessorie, in un corso elementare sarebbe<br />

troppo lungo e noioso » 40 .<br />

Solo se si tiene conto di questo ideale si può comprendere lo<br />

schema tipo dell'esposizione di una questione teologica nella positivoscolastica.<br />

Dopo lo stato <strong>della</strong> questione, spesso anche prima, sin dal<br />

principio in cui si spiega di che cosa si tratta ed eventualmente quali<br />

sono gli avversari che si hanno di mira, si enunzia la tesi; segue l'enunziato<br />

del grado di autorità di quella tesi (di fede, certa, sentenza comune,<br />

ecc.) e, possibilmente, le dichiarazioni del magistero (per esempio,<br />

il testo di un concilio) che provano tale essere effettivamente la<br />

dottrina <strong>della</strong> Chiesa. Poi vengono le « prove » di detta dottrina. Anzitutto<br />

la prova dalla Scrittura; poi la prova dalla tradizione; finalmente<br />

dalla ragione, almeno ragione teologica o ragione di convenienza. Le<br />

obiezioni sono esaminate sia nel corso dei singoli argomenti, sia alla<br />

fine. Questo schema tipo, che corrisponde perfettamente all'ideale<br />

positivo-scolastico del lavoro <strong>teologico</strong>, apparso tendenzialmente sin<br />

dal principio <strong>della</strong> positivo-scolastica, si costituì saldamente verso la<br />

fine del secolo XVII, e, ridotto a forma scolastica da Perrone, fu adottato<br />

comunemente dai manualisti seguenti, salve modificazioni accidentali<br />

e, talvolta, per alcune questioni, salve alcune esitazioni presso<br />

autori recenti più sensibili alle esigenze del metodo storico.<br />

3 » Ibid. p. 6s.<br />

40 Ibid. p. 8. Come si vede, per Tanquerey, se quella prova con la sola storia<br />

non si usa di fatto in tutte le questioni, ciò vale solo per un corso elementare,<br />

per evitare la lunghezza e la noia. Ma, in sé e per sé, dovrebbe essere usata<br />

in ogni questione.

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