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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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CAPITOLO X<br />

LA LITURGIA E LA LEGGE DELL'INCARNAZIONE<br />

Più d'una volta, nel corso <strong>della</strong> spiegazione <strong>della</strong> natura <strong>della</strong><br />

<strong>liturgia</strong>, si è fatto allusione alla legge dell'incarnazione. È necessario<br />

meditarla qui esplicitamente per capire meglio il significato del<br />

carattere concreto e umano <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>. Concreto e umano perché<br />

luogo d'incontro tra Dio e l'uomo sotto e attraverso il velo di cose<br />

e uomini sensibili, con tutte le conseguenze che questo comporta.<br />

1. LA LEGGE DELL'INCARNAZIONE<br />

NEI RAPPORTI TRA L'UOMO E DIO<br />

Questa legge ha due aspetti: essa significa anzitutto che Dio<br />

comunica all'uomo la vita divina anche attraverso e sotto il velo<br />

di cose sensibili, di modo che l'uomo deve passare attraverso queste<br />

cose anche sensibili per ricevere quella vita. In secondo luogo essa<br />

significa che il risultato di quella comunicazione è una elevazione<br />

dell'uomo a un modo d'essere e d'agire divino, non solo d'ordine<br />

puramente morale nella linea conoscitiva ed affettiva, ma d'ordine<br />

ontologico, entitativo, e, in questo <strong>senso</strong> preciso, d'ordine fisico, talmente<br />

che, pur rimanendo sempre intatta la sostanziale distinzione<br />

tra Dio e l'uomo, l'uomo è innalzato a uno stato d'essere e d'agire<br />

realmente divino.<br />

La legge dell'incarnazione afferma dunque un misterioso e realissimo<br />

teandrismo o connubio tra il divino e l'umano sia nel risultato<br />

delle relazioni tra Dio e l'uomo che nella vita che conduce<br />

a questo risultato: il divino prende, per così dire, corpo nell'umano<br />

anche sensibile, per innalzare l'umano a un modo d'essere e d'agire<br />

divino.

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