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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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NATURA E NATURALE 373<br />

i demoni? Se si tratta di fenomeni, naturali, in fondo, non sarebbe<br />

più preciso, rovesciando il detto di S. Paolo, dire che la nostra lotta<br />

non è anzitutto contro i principati/le potestà e i reggitori di questo<br />

mondo di tenebre, ma semplicemente contro la carne e il sangue?<br />

Si è tentati di dire così, salvo poi ad attribuire il modo di parlare<br />

<strong>della</strong> Sacra Scrittura, seguita dalla tradizione, a concezioni e tradizioni<br />

popolari che essa riferisce ed usa come veste di espressione<br />

senza peraltro farne oggetto di giudizio religioso o di fede.<br />

Tale mi pare realmente la questione cruciale in questa materia.<br />

L'imbarazzo di cui sopra dicevo, proviene semplicemente dal fatto<br />

che nella Scrittura stessa e nella tradizione non ci pare di scorgere<br />

una netta risposta al predetto problema.<br />

..- La questione, poggia tutta sul concettò di « naturale » e quindi<br />

di « natura ». Nelle cose e in noi stessi, cos'è precisamente « naturale<br />

», e cos'è « non naturale », da attribuirsi a fattori situati fuori<br />

<strong>della</strong> cerchia <strong>della</strong> « natura » delle singole cose? Oggi, ci pare che<br />

la Scrittura e la tradizione antica attribuiscano troppe cose, che<br />

per noi sono evidentemente « naturali », a fattori fuori <strong>della</strong> cerchia<br />

<strong>della</strong> natura degli esseri di cui parla. Senza entrare nei particolari<br />

<strong>della</strong> complessa questione <strong>della</strong> natura e <strong>della</strong> soprannatura, mi<br />

sforzerò di stralciarne i punti indispensabili al nostro scopo.<br />

Chi in teologia dogmatica generale ha studiato la questione<br />

<strong>della</strong> « natura » e del « soprannaturale » nel suo sviluppo storico<br />

e nel suo aspetto teorico, non si meraviglierà affatto che nella<br />

Scrittura e nella tradizione antica non si trovi ancora una risposta<br />

completamente esauriente alla predetta questione. Da che cosa questo<br />

proviene?<br />

Dal fatto che il concetto di « natura » e di « naturale » possono<br />

essere determinati da due punti di vista diversi, sebbene non<br />

contraddittori, ma anzi complementari, e quindi avere due significati<br />

diversi; ora, la Scrittura e la tradizione antica si pongono<br />

da un punto di vista e noi, oggi, istintivamente, dall'altro, senza<br />

tenere abbastanza conto <strong>della</strong> complementarietà necessaria del primo.<br />

Aver capito questo è stata nella storia <strong>della</strong> teologia una<br />

conquista relativamente recente. Anzi, non oserei neppur dire che<br />

la cosa sia ancora perfettamente chiara nella mente di tutti tra gli<br />

stessi teologi.<br />

In greco e in latino, le due lingue nelle quali si determinò il<br />

concetto di natura, l'uomo qualunque che parla di « natura » a proposito<br />

di una cosa qualsiasi, si riferisce anzitutto a questa cosa<br />

« come nasce », ossia a tutto quello che costituisce questa cosa sin<br />

dal suo nascere; alla natura concreta storica di una cosa con tutte<br />

le note e qualità che essa sin dalla nascita possiede a un qualsiasi<br />

titolo. Qui il concetto di « natura » è determinato da un punto di vista<br />

concreto, storico. È « naturale », in questo <strong>senso</strong>, tutto quello che<br />

la cosa ha sin dal suo sorgere; tutto quello che storicamente è primigenio<br />

e primitivo in questa cosa. Ciò che sopraggiunge poi a<br />

quella stessa cosa e ne altera lo stato primitivo, in male o in bene,

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