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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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156 CAP. IV - LITURGIA, SANTIFICAZIONE, CULTO<br />

b. Nei presupposti e conseguenze di natura extraliturgica:<br />

— governo <strong>della</strong> Chiesa;<br />

— insegnamento <strong>della</strong> dottrina.<br />

2. Presso i non fedeli: apostolato missionario. s<br />

II. Mediante il carattere del battesimo e <strong>della</strong> cresima (= sacerdozio comune<br />

a tutti i fedeli) N<br />

A. per partecipare attivamente al sacrificio eucaristico e fanlo suo in se stesso;<br />

B. per parteciparvi attivamente e farlo suo nei suoi presupposti e conseguenze<br />

:<br />

1. Nei suoi presupposti e conseguenze di natura liturgica.<br />

a. Di natura liturgica sacramentale:<br />

— per ricevere la penitenza, l'unzione dei malati, l'ordine;<br />

— per amministrarsi e vivere il matrimonio cristiano.<br />

b. Di natura liturgica non sacramentale:<br />

— per ricevere i sacramentali e anche per amministrarne alcuni;<br />

— per partecipare alla lode divina liturgica.<br />

2. N^i suoi presupposti e conseguenze di natura extraliturgica:<br />

a. Santità di vita:<br />

— mortificazioni;<br />

— verginità e vita religiosa;<br />

— doveri del proprio stato;<br />

— esercizio <strong>della</strong> carità verso il prossimo;<br />

— preghiera privata.<br />

b. Apostolato, in specie nell'azione cattolica.<br />

e. Confessione <strong>della</strong> propria fede fino al martirio, se occorre.<br />

Una serie di annotazioni servirà a spiegare il <strong>senso</strong> dello specchietto.<br />

Sul concetto di sacerdozio. — La prima questione che, tra i<br />

teologi, dà origine a diversi pareri intorno al concetto del sacerdozio<br />

comune di tutti i fedeli, è il concetto stesso di sacerdozio<br />

in genere. Ed anzitutto: la mediazione entra in modo essenziale<br />

nel concetto di sacerdozio? In modo tale, cioè, che, venendo eventualmente<br />

a mancare la mediazione viene, per il fatto stesso, a<br />

mancare il sacerdozio? Se così fosse, il « sacerdozio » comune a<br />

tutti i fedeli, non avrebbe analogia, nemmeno metaforica, col sacerdozio<br />

di Cristo e <strong>della</strong> gerarchia, perché nel « sacerdozio » dei semplici<br />

fedeli manca la mediazione " 8 . In tale caso, parlare di « sacerdozio »<br />

generale accanto al « sacerdozio » di Cristo e <strong>della</strong> gerarchia, o anche<br />

dell'Antico Testamento, sarebbe usare un'espressione equivoca.<br />

Ora, già la Scrittura, quando parla del « sacerdozio » di tutti<br />

i fedeli, intende certamente rilevare un'analogia tra il sacerdozio<br />

dei fedeli e il sacerdozio dell'Antico Testamento. Questa analogia<br />

48 Eccettuato, forse, ancora nel caso che il semplice fedele, con le sue preghiere<br />

di lode e di intercessione, fa da « mediatore » tra Dio e gli altri uomini<br />

e la natura infraumana. Ma, appunto, per quanto mi consta, di tale «sacerdozio<br />

» la Scrittura non parla né credo, la tradizione, almeno in modo notevole.<br />

La Const. De Ecclesia del Concilio Vaticano II ha degli spunti in questo <strong>senso</strong><br />

(art. 31; 34; 36) : in connessione all'idea <strong>della</strong> consecratio mundi; ma non li<br />

sviluppa.<br />

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