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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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810 CAP. XXIV - I MEZZI BELLA PASTORALE LITURGICA<br />

anch'essi al primo piano <strong>della</strong> stessa attenzione dei credenti. Essi<br />

pure sono parola di Dio non meno degli altri.<br />

Nello stesso modo, ricordiamo che nel quadro generale <strong>della</strong><br />

storia sacra, l'aspetto morale, per quanto importantissimo ed esplicitato<br />

ovunque molto nettamente nella stessa bibbia, tuttavia vi è<br />

così prospettato che gli obblighi e i doveri morali vi appaiono derivati<br />

immediatamente dagli interventi di Dio in Cristo nella storia<br />

sacra e solo remotamente, per lo più, dai motivi <strong>della</strong> costituzione<br />

intrinseca naturale degli esseri o dell'analisi filosofica delle virtù e<br />

dei vizi.<br />

Anche l'opposizione e la difesa contro gli errori contrari alla fede<br />

è ovunque presente nella rivelazione, già nella bibbia; si pensi, per<br />

esempio, alla polemica antidolatrica nell'Antico Testamento e alla<br />

polemica antigiudaica nel Nuovo. Anche questo, evidentemente, è<br />

parola di Dio. Ma non meno evidente è che la polemica contro gli<br />

avversari, nel quadro generale sintetico <strong>della</strong> rivelazione come storia<br />

sacra, è un aspetto derivato e secondario, per quanto importante,<br />

rispetto all'esposizione irenica positiva ed espositiva dei fatti e delle<br />

dottrine ad uso del credente. Queste considerazioni hanno non piccola<br />

importanza per la questione che cerchiamo di chiarire.<br />

Ne segue, infatti, che predicare la storia sacra, mistero di Cristo,<br />

mistero pasquale, non significa non tenere in considerazione nella<br />

predicazione qualche aspetto importante <strong>della</strong> rivelazione per limitarci<br />

a un solo suo aspetto che sarebbe « là storia sacra ». In specie<br />

non significa affatto che nella predicazione si lasci da parte, senza<br />

dargli il debito rilievo quando occorre, l'aspetto piuttosto entitativo<br />

e come speculativo <strong>della</strong> dottrina cristiana, sia pure espresso in<br />

definizioni precise, e nemmeno il suo aspetto apologetico; tanto meno<br />

vorrà dire che predicare la storia sacra mistero di Cristo significa<br />

dare poco rilievo all'aspetto morale <strong>della</strong> vita cristiana.<br />

Assegnare alla predicazione come oggetto la storia sacra mistero<br />

di Cristo, vuol dire assegnarle l'intera rivelazione, parola di Dio,<br />

ma incentrandola nel quadro generale <strong>della</strong> storia sacra degli interventi<br />

di Dio nel mondo in Cristo : con il suo naturale sfondo d'ordine<br />

entitativo speculativo, anche con precise definizioni, quando occorre,<br />

specialmente con la sua forte conseguenza morale e senza dimenticare,<br />

se utile, a suo tempo e luogo secondo le circostanze, la difesa<br />

apologetica.<br />

Incentrare la predicazione sul quadro degli interventi di Dio<br />

nella storia del mondo in Cristo, non vuol dire nemmeno che il<br />

quadro generale <strong>della</strong> storia sacra che abbiamo tracciato nel primo<br />

capitolo debba essere l'oggetto di tutte le prediche. Quel quadro<br />

è la sintesi prospettica di quelle realtà. Non si pretende che tutte<br />

le prediche debbano avere per oggetto di spiegare la storia sacra<br />

in quella sintesi prospettica.<br />

È bensì necessario che il predicatore non la perda mai di vista<br />

e che ogni tanto, sia pure con una breve parola e rapido cenno, la<br />

ricordi ai suoi anche abituali ascoltatori. Ma, per il rimanente, egli

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