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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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UNITÀ TRA PREDICAZIONE E LITURGIA 825<br />

l'annunzio, la proclamazione, la spiegazione che ne fa la Chiesa<br />

nella comunità.<br />

Così la Chiesa è depositaria autentica dei riti liturgici dove si<br />

fa l'incontro tra l'uomo e Dio, non meno che <strong>della</strong> parola di Dio<br />

attraverso la quale l'uomo conosce il luogo e il <strong>senso</strong> di questo<br />

incontro, e le disposizioni che deve apportarvi per parteciparvi con<br />

frutto. I ministri <strong>della</strong> Chiesa sono nello stesso tempo ministri<br />

autentici dei riti dove, in Cristo, si realizza l'incontro tra Dio e<br />

l'uomo, e i ministri autentici <strong>della</strong> parola di Dio che fa conoscere<br />

il <strong>senso</strong> dei riti e le disposizioni che vi si devono apportare perché<br />

in essi l'incontro avvenga.<br />

Ora, il riferimento a questa parola di Dio è continuamente<br />

necessario all'uomo perché, cóntro la fascinatio nugacitatis e le<br />

passioni e i pericoli di ogni genere che tendono a trascinarlo in<br />

<strong>senso</strong> contrario, egli ha sempre bisogno di ricordarsi la meta dell'incontro<br />

con Dio in Cristo e le disposizioni nelle quali deve conservarsi<br />

per realizzarlo. Ossia, egli ha continuo bisogno di riferirsi alla<br />

parola di Dio per spronare in sé fede, speranza e carità con le quali,<br />

nella <strong>liturgia</strong>, possa sintonizzarsi a Cristo morto e risorto ricevendone<br />

l'influsso santificatore e unendosi al culto che Egli, quale capo<br />

dell'umanità rende a Dio. Ed è per questo che la Chiesa deve continuamente<br />

proclamare, annunziare, spiegare la parola di Dio all'uomo,<br />

non meno che celebrare la <strong>liturgia</strong>. <strong>Il</strong> ministero del sacramento e<br />

il ministero <strong>della</strong> parola — a suo modo anche sacramentwn, mysterium<br />

— non devono mai cessare nella Chiesa, perché ognuno, a suo<br />

modo, è sempre necessario perché avvenga l'incontro tra gli uomini<br />

e Dio.<br />

<strong>Il</strong> ministero del rito liturgico e il ministero <strong>della</strong> parola sono<br />

complementari. Senza il ministero <strong>della</strong> parola il rito corre il rischio<br />

di rimanere infruttuoso per il fedele che non ne comprende il <strong>senso</strong><br />

e non vi apporta le disposizioni morali necessarie. <strong>Il</strong> ministero <strong>della</strong><br />

parola precede logicamente, perché è in esso che Dio dà la prima<br />

scossa all'anima e la dispone; fides ex auditu: senza il ministero del<br />

rito la parola non salva perché, per volontà positiva di Dio, l'incontro<br />

dell'uomo con Dio si compie nel rito, e perciò non si dà grazia,<br />

senza almeno il voto del sacramento 46 .<br />

Tutto questo è già visibile nella missione degli Apostoli:<br />

« Andate dunque, ammaestrate tutte le genti, battezzando nel nome del<br />

Padre e del Figliolo e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare quanto<br />

vi ho comandato » (Mt 28,19 s).<br />

« Andate per tutto il mondo, predicate l'evangelo ad ogni creatura. Chi<br />

crederà e sarà battezzato sarà salvo; chi invece non crederà sarà condannato »<br />

(Afe 16,15 s).<br />

48 Vedi la somma insistenza <strong>della</strong> Costituzione del concilio vaticano II,<br />

sulla lettura, la proclamazione, la predicazione, anzi la celebrazione, <strong>della</strong> parola<br />

di Dio, assieme all'insistenza sulla celebrazione del sacrificio e dei sacramenti<br />

(CL art. 35; 6; 9; 24; 48; 51; 52; 56) e parallela al rilievo dato al binomio: fede<br />

e sacramenti (vedi anche art. 59 e YInstructio del 1964 n. 6 AAS 56 (1964) 878).

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