TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

CRITICA DELLA POSITIVO-SCOLASTICA 531
della problematica teologica. La scelta delle questioni trattate, la
relativa importanza che si dà ad ognuna, l'aspetto preciso sotto il
quale viene anzitutto considerata, il posto che le si concede nella
sintesi generale, sono, in molti casi, troppo prevalentemente determinati
dalla polemica contro i protestanti, alla quale si aggiunse in
seguito quella contro gli illuministi, contro -i razionalisti liberali, tipo
Harnack, e contro i modernisti. Così, l'antica problematica scolastica
viene sviluppata in un senso dipendente più dalle idee degli avversari
che era necessario confutare che dalle necessità intrinseche
della materia considerata in se stessa.
È certo che la positivo-scolastica ha avuto il merito di allargare
e approfondire la problematica teologica della scolastica antica. Lo
dimostra, per esempio, la creazione e l'inserzione nella sintesi teologica
generale di tre nuovi trattati la cui materia veniva discussa
dagli scolastici antichi con poche questioni, sovente sparse un po'
dappertutto nella teologia: il trattato detto dei luoghi teologici o
delle fonti della rivelazione; il trattato della Chiesa; il trattato dell'apologetica
generale. Anche la problematica di altri trattati fu notevolmente
ingrandita.
Non è men certo tuttavia che questo allargamento è stato concepito
con preoccupazione troppo esclusivamente polemica. Lo dimostra
in primo luogo il fatto che non si manifesta quasi per niente
nei trattati che toccano materie non messe direttamente in questione,
o poco discusse, dai protestanti, o dagli illuministi, o dai
liberali e dai modernisti : come il De Deo uno, la Trinità, gli angeli, la
cristologia. Sebbene un contatto profondo con la Scrittura, la tradizione
e, naturalmente, con la liturgia, ma fatto con la preoccupazione
predominante di conoscere meglio il pensiero della rivelazione
in se stessa, possa facilmente portare a un notevole allargamento e
approfondimento della problematica anche in queste materie.
Lo dimostra, in secondo luogo, il fatto che le nuove questioni
introdotte dalla positivo-scolastica nella sintesi teologica generale
sono appunto quegli aspetti delle cose negati dai protestanti, poi
dagli illuministi e da ultimo dai razionalisti liberali e dai modernisti,
e quasi nient'altro. È così che il trattato stesso della Chiesa vi
si esaurisce tutto intorno alla difesa della sua visibilità, e in specie
del primato e infallibilità del Romano Pontefice; la natura spirituale
della Chiesa come corpo mistico è quasi dimenticata del tutto; è così
ancora che l'apologetica generale, concepita anzitutto contro l'illuminismo,
viene intesa quasi come ponte per condurre l'ateo alla
teologia e che tutta l'impostazione è antilluminista e antiprotestante,
mentre, in realtà, la questione dei nostri rapporti con le chiese
orientali vi è trattata in modo nettamente inadeguato.
Il trattato della grazia è quasi unicamente incentrato sulla questione
della grazia attuale e del libero arbitrio, e l'aspetto di figliolanza
divina e di deificazione, che è tuttavia l'aspetto certo predominante
della Scrittura e della tradizione in queste materie, vi è relegato
a un piano molto secondario; quello che se ne dice riguarda