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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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POPOLO E PASTORALE 759<br />

paesi tradizionalmente cristiani la pastorale, oltre che essere prevalentemente<br />

pastorale di comunità popolare, deve, più che per il<br />

passato, essere pastorale missionaria, ossia conquistatrice di masse<br />

aliene o alienate dalla Chiesa, e non solo conservatrice di quelle<br />

rimaste fedeli. Questa realtà che la pastorale debba essere missionaria<br />

non solo in terre pagane, ma, in non pochi casi, anche in terre<br />

tradizionalmente cristiane di nome, è ormai ben nota, dopo l'allarme<br />

dato da Don Godin e dai suoi amici.<br />

Ogni pastorale implica un elevamento del popolo perché la meta<br />

da raggiungere, Dio in Cristo, è una meta trascendente. Ma è un<br />

elevamento di natura essenzialmente spirituale, non necessariamente<br />

e per sé di natura culturale. In pastorale, elevazioni di altro genere<br />

non possono essere prese in considerazione che come mezzi al fine<br />

essenziale. Si deve chiedere al popolo di elevarsi a Dio in Cristo e<br />

quindi a tutti quei mezzi a questo scopo da Cristo indicati come<br />

necessari sempre e per tutti.<br />

Questo elevamento essenziale comporta necessariamente difficoltà<br />

e sacrifici che il pastore non può risparmiare al popolo perché sono<br />

inerenti al fine trascendente da raggiungere. Ma oltre a questi sacrifici<br />

necessari non si può né si deve chiederne al popolo altri non necessari<br />

allo scopo. <strong>Il</strong> pastore deve adattare al popolo tutti i mezzi<br />

mutabili ed adattabili per raggiungere lo scopo finale, né imporre<br />

sacrifici non necessari perché non richiesti da Cristo per raggiungere<br />

quel fine. In questo <strong>senso</strong>, ogni pastorale comporta non solo<br />

una elevazione del popolo ma anche un adattamento al popolo e si<br />

può parlare non solo di portare il popolo a Cristo, ma anche Cristo<br />

al popolo. Tra questi adattamenti uno dei più importanti è il fattore<br />

progressivo perché la pastorale implica una educazione e in ogni<br />

educazione il fattore tempo è essenziale.<br />

La cellula comunitaria conservatrice e conquistatrice del popolo<br />

a Cristo è la parrocchia. In questa cellula l'azione pastorale si concretizza<br />

praticamente in quattro generi di operosità: predicazione<br />

e catechesi; amministrazione dei sacramenti, dei sacramentali e,<br />

in genere, compimento <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>; quelle che oggi si dicono: le<br />

opere parrocchiali, come l'azione cattolica, i circoli ricreativi, le<br />

opere d'insegnamento generale, quelle di beneficenza e simili; i contatti<br />

individuali fuori dei tre precedenti casi.<br />

2. L'UNIONE TRA PASTORALE E LITURGIA<br />

Quello che si è detto fin qui intorno alla nozione di pastorale<br />

in genere, ha carattere di semplice richiamo di quei punti che a<br />

noi maggiormente interessano per determinare i rapporti tra pastorale<br />

e <strong>liturgia</strong>. Ora, in questo campo, la prima costatazione è che

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