TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

LITURGIA NEI TEOLOGI DEL SECOLO XVIII 519
nuali sistematici nei quali si sforzavano di riassumere e di armonizzare:
positiva, scolastica, polemica e spesso anche pietà.
Qual è il posto della liturgia in questi corsi? Billuart, Gotti,
Tournely scrissero prima della metà del secolo, in specie prima
dello Zaccaria. Sarebbe forse troppo pretendere che essi abbiano
approfittato del materiale teologico liturgico sparso negli autori
antecedenti. Ed infatti facciamo le seguenti costatazioni: nel De
locis theologicis, che questi autori spiegano seguendo più o meno
Cano, non si fa cenno alla liturgia. Negli altri trattati la liturgia
ha lasciato le seguenti principali tracce: nel trattato dei sacramenti
fanno un accenno ai riti e alle cerimonie che la Chiesa usa
nell'amministrazione dei sacramenti. Difendono contro i protestanti
il potere della Chiesa in questa materia, la liceità e l'obbligatorietà
dell'osservanza di queste cerimonie; toccano anche la questione
della lingua volgare. Nel trattato dei sacramenti in genere trattano
le questioni in genere. Poi, alla fine del trattato del battesimo, della
cresima e dell'eucaristia, fanno lo stesso in specie, rispetto ad
ognuno di questi sacramenti. È così, per esempio, che, alla fine
del trattato dell'eucaristia, trattano della liceità della messa bassa,
del tempo della celebrazione, delle vesti sacerdotali, delle principali
cerimonie della messa, di cui talvolta spiegano anche brevemente
la struttura liturgica essenziale. Nello stesso trattato sull'eucaristia
difendono anche contro i protestanti la comunione
sotto una specie, l'uso di versare una goccia d'acqua nel calice,
il culto dell'eucaristia come si pratica nella Chiesa, le preghiere e
l'applicazione della messa per i defunti e diversi altri particolari.
Donde proviene questo materiale? È esso, almeno in parte
notevole, frutto degli studi liturgici precedenti a cui si è sopra
fatto cenno? Non è affatto necessario supporlo. Questi teologi sistematici
in tutto questo non fanno altro che seguire la tradizione
dello stesso S. Tommaso, che negli stessi trattati toccava appunto
le medesime questioni 19 . Vi aggiungono uno spunto di polemica
antiprotestante seguendo, in modo molto generico, le decisioni
esplicite del Concilio di Trento intorno alle stesse materie 20 .
Maggiore influsso degli studi storici liturgici antecedenti, o
almeno degli studi storici connessi anche con la liturgia, si nota,
presso questi autori, quando trattano le questioni della materia
e della forma, del ministro e del soggetto dei singoli sacramenti,
nelle quali danno anche parecchi particolari sullo sviluppo della
prassi ecclesiastica in queste materie sia in oriente che in occidente,
facendolo talvolta con esplicite digressioni storiche ". Se
a questo si aggiungono diverse allusioni alla liturgia, tanto brevi
e generiche, quanto ovvie, anzi inevitabili, in alcuni altri trattati
— come alla festa della Concezione della Madonna o dell'Assun-
11 La cosa sarà meglio spiegata sotto. Vedi per es., Summa III q 66 a 10;
70; 71; 72 a 12; 83; Suppl. 28.
2» Vedi Denz. 1613; 1643; 1645-61; 1726-59 (856; 878; 879-93; 930-56).
21 Per es., sul catecumenato; sulla penitenza pubblica e privata.