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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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492 CAP. XVI - FEDE E LITURGIA<br />

circa l'oggetto di questa festa. Ma la stessa festa al principio del<br />

secolo XIX, nella proposizione del magistero e nell'adesione dei<br />

fedeli, rifletteva un tutt'altro stato <strong>della</strong> dottrina; e oggi ne riflette<br />

uno diverso ancora. Oggi la festa di Maria mediatrice di tutte<br />

le grazie, concessa a parecchie diocesi, esprime ancora solo un'opinione<br />

teologica; ma non vuol dire affatto che si rimarrà sempre<br />

a questa fase.<br />

Si capisce pure che, con il progresso dell'evoluzione, si facciano<br />

nella <strong>liturgia</strong> dei cambiamenti che interessano la dottrina.<br />

Così, nei libri liturgici, cominciando dal sec. XII, sparì a poco a poco<br />

la rubrica che supponeva che il vino nel calice potesse consacrarsi<br />

per il semplice contatto con l'ostia già consacrata 13 . Recentemente,<br />

dalla Costituzione Apostolica Sacramentum ordinis sono state modificate<br />

le rubriche intorno alla materia e alla forma del sacramento<br />

dell'ordine, in seguito alle decisioni di Pio XII 14 . Nella<br />

nuova messa dell'Assunzione non si fa più menzione <strong>della</strong> morte<br />

corporale <strong>della</strong> Madonna perché l'opinione che la Madonna<br />

non sia affatto morta comincia a farsi strada. <strong>Il</strong> nuovo comune<br />

dei sommi pontefici riflette lo sviluppo attuale <strong>della</strong> dottrina<br />

teologica intorno al Romano Pontefice e la prassi attuale dell'esercizio<br />

di fatto <strong>della</strong> sua autorità. Le grandi lotte dogmatiche<br />

dei secoli IV-VIII: liti trinitarie, liti cristologiche, lite mariana,<br />

liti intorno alla grazia, lite intorno alle immagini, hanno lasciato<br />

notevoli tracce nelle liturgie ".<br />

La stessa evoluzione può far sì che vengano ad essere interpretate<br />

in modo diverso formule e riti antichi, che, al principio,<br />

non avevano precisamente questo <strong>senso</strong> per coloro che le composero<br />

o le adoperarono. Così, forse, il testo dell'offertorio nelle<br />

messe romane dei defunti; l'epiclesi nelle liturgie orientali; l'oggetto<br />

<strong>della</strong> festa <strong>della</strong> Concezione <strong>della</strong> Madonna; l'oggetto <strong>della</strong> festa<br />

dell'Assunzione.<br />

È opportuna un'osservazione a questo proposito. Supponiamo<br />

che il testo, ancora in uso nella <strong>liturgia</strong> romana, nell'offertorio<br />

delle messe per i defunti, per il suo primitivo compositore, implicasse<br />

realmente l'opinione <strong>della</strong> retribuzione differita e non immediata<br />

alle anime dei defunti. Comunque, è certo che tale testo ha<br />

potuto sussistere nella <strong>liturgia</strong> romana fino ad oggi solo perché<br />

la Chiesa lo ha interpretato in modo tale che, recitandolo, non intende<br />

affatto negare la dottrina <strong>della</strong> retribuzione immediata. Ed<br />

è anche in questo <strong>senso</strong> che oggi deve essere inteso, perché è in<br />

questo <strong>senso</strong> che il magistero oggi lo propone. Di qui si può vedere<br />

quanto sia insufficiente, in alcuni casi, per stabilire il <strong>senso</strong> che<br />

ha un certo elemento nella <strong>liturgia</strong>, ricorrere alla sola filologia<br />

13 Vedi M. ANDRIEU, Immixtio et consecratio, Paris 1924. La scomparsa definitiva<br />

degli ultimi vestigi di quest'opinione avvenne, nei libri liturgici, nel s. XVI.<br />

" AAS 40 (1948) 5-7.<br />

15 Vedi anche le variazioni nei formulari delle messe del S. Cuore: A. Bu-<br />

GNINI, Le messe del SS. Cuore di Gesù, in: Cor Jesu, voi. I, Roma 1959 pp. 59-94.

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