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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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DEFINIZIONE DELLA LITURGIA E SACRAMENTUM 43<br />

grazia che significano. L'estensione è ottenuta in due punti essenziali:<br />

anzitutto per segni efficaci s'intendono non solo quelli efficaci<br />

ex opere operato, ma anche quelli efficaci ex opere operantis Ecclesiae;<br />

in secondo luogo per segni sensibili s'intendono non solo<br />

quelli che significano direttamente e producono la grazia per mezzo<br />

<strong>della</strong> quale Dio santifica gli uomini, e solo indirettamente il culto<br />

che gli uomini rendono a Dio, ma anche quelli che significano direttamente<br />

il culto che gli uomini rendono a Dio e solo indirettamente<br />

la grazia per mezzo <strong>della</strong> quale Dio santifica gli uomini. Inoltre,<br />

si esprime esplicitamente che il soggetto diretto <strong>della</strong> santificazione<br />

che Dio opera e del culto che Gli è reso, è la Chiesa come tale.<br />

Cosa non meno notevole è che con il predetto allargamento<br />

fatto subire al concetto di sacramento fino ad includervi tutta la<br />

<strong>liturgia</strong>, si ritrova semplicemente il concetto di mysterion, mysterium,<br />

sacramentum (o, al plurale, mysteria, sacramenta) con il<br />

quale l'antica tradizione patristica e liturgica designava appunto<br />

tutti quegli elementi che noi oggi, con parola comune, chiamiamo<br />

<strong>liturgia</strong>. E tutto questo non ha niente di sorprendente, se si pensa<br />

che, storicamente, gli scolastici e S. Tommaso in specie, determinarono<br />

il noto concetto di sacramento in genere, restringendo appunto<br />

l'antico concetto dei sacramenta o mysteria in modo da fargli<br />

significare solo ciò che, tra tutti i sacramenta o mysteria <strong>della</strong> tradizione<br />

anteriore, ossia tra tutti i riti liturgici in genere, hanno di<br />

proprio e specifico i sette nostri riti maggiori che oggi diciamo<br />

sacramenti.<br />

In un prossimo capitolo si parlerà esplicitamente dell'antico<br />

concetto di mysterion, mysterium, sacramentum. Qui basti solo<br />

ricordare che gli antichi comprendevano tutta la realtà liturgica<br />

sotto questo concetto di mysterion, mysteria; mysterium, mysteria;<br />

sacramentum, sacramenta. Per esempio, S. Agostino chiamava col<br />

nome di sacramentum, sacramenta, non solo le dottrine, i misteri,<br />

le figure e le prefigurazioni dell'Antico Testamento, la stessa bibbia,<br />

ma anche il battesimo, la cresima, l'eucaristia, il simbolo apostolico,<br />

l'orazione domenicale, gli esorcismi, il digiuno, tutte le cerimonie<br />

e le preghiere <strong>della</strong> messa, la festa liturgica di Pasqua, ecc. 20 .<br />

ma nel <strong>senso</strong> preciso di una ripresentazione delle azioni salutifere di Cristo<br />

nella loro individualità numerica. Cosa, penso, che non si può accettare (vedi<br />

sotto p. 118 s). Se, invece, il concetto di « mistero » fosse inteso senza questa<br />

precisazione, contro la definizione militerebbe solo la prima critica.<br />

20 Tutti questi significati s'incontrano per esempio nel Sermo 228,3; 227;<br />

Ep. 98 n. 9-10. Ossia, Agostino usa la parola sacramentum, per i nostri sacramenti,<br />

per i nostri sacramentali, per tutto l'insieme del linguaggio ecclesiastico<br />

e delle azioni ecclesiastiche nella <strong>liturgia</strong> ; « Sacramenta temporalia... ista omnia<br />

quae loquimur vobis, ipsa quae sonant et transeunt, quidquid in Ecclesia agitur<br />

temporaliter » come : la predicazione e la recitazione del vangelo, l'imposizione<br />

delle mani fatta dal vescovo, ecc. (v. In Ps 146,8). Sul sacramentum<br />

<strong>della</strong> festa di Pasqua in S. Agostino, vedi Ep. 55,2. L'Indiculus, nella stessa<br />

frase che contiene la celebre formula : « Legem credendi lex statuat supplicandi<br />

», chiama sacramenta le preci stesse liturgiche <strong>della</strong> Chiesa : « Obsecrationum<br />

quoque sacerdotalium sacramenta respiciamus... » (Dz 246-139-). Vedi: H.

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