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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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CARATTERI SACRAMENTALI E CULTO 149<br />

l'uomo deve rendere il suo culto a Dio; ciò che implica la necessità<br />

che in questo culto intervenga la società come tale gerarchicamente<br />

strutturata attraverso la sua autorità legittima.<br />

<strong>Il</strong> grado poi e il modo concreto specifico di socialità del culto<br />

cristiano, dipende inoltre dal libero volere positivo di Dio, il quale<br />

ha deciso di non comunicare con gli uomini che in Cristo e in quella<br />

società che è la Chiesa coi suoi determinati mezzi di santificazione<br />

e con i suoi determinati poteri gerarchici di governo e di dottrina.<br />

Questo ultimo pensiero sarà ulteriormente spiegato in un prossimo<br />

capitolo.<br />

Da tutte le precedenti divisioni del culto, si vede che la <strong>liturgia</strong><br />

cattolica come culto è il culto religioso, soprannaturale, cristiano,<br />

principalmente interno, ma anche essenzialmente esterno, pubblico<br />

e ufficiale <strong>della</strong> Chiesa.<br />

4. I CARATTERI SACRAMENTALI E IL CULTO CRISTIANO<br />

Una delle maggiori caratteristiche <strong>della</strong> spiegazione teologica<br />

dei sacramenti proposta da S. Tommaso, è l'intima connessione<br />

che egli stabilisce tra sacramenti e culto cristiano. Sebbene non<br />

si possa dire che, in questo campo, le spiegazioni di S. Tommaso<br />

debbano ritenersi come dogma di fede, e nemmeno come unica<br />

spiegazione possibile, specialmente in tutti i suoi particolari, pur<br />

tuttavia, nel suo insieme, è una spiegazione dei dati <strong>della</strong> rivelazione,<br />

non solo molto soddisfacente, ma anche d'incontestabile<br />

grandiosità. Anzi, per quanto concerne, in specie, la relazione tra<br />

carattere battesimale e culto cristiano, è accettata generalmente<br />

dai teologi ed anche riportata dal concilio vaticano II ". Ne proporrò<br />

dunque un riassunto, a cui farò seguire alcune annotazioni d'interesse<br />

liturgico.<br />

Come è noto, per S. Tommaso, il fine proprio dei sacramenti<br />

cristiani è doppio: santificare l'uomo mondandolo dal peccato e<br />

abilitarlo al culto cristiano : « La grazia sacramentale è ordinata<br />

principalmente a due fini, cioè: per togliere i difetti dei peccati<br />

passati, in quanto passano quanto all'atto, ma rimangono quanto<br />

al reato; e secondo, per abilitare l'anima riguardo al culto di Dio<br />

secondo la religione <strong>della</strong> vita cristiana » 2S . Riguardo al culto come<br />

fine specifico dei sacramenti cristiani, si noti che, per mezzo dei<br />

sacramenti, si tratta di abilitare il fedele non già a un culto qualsiasi<br />

di Dio, ma al culto specificamente cristiano. Sappiamo che il culto<br />

cristiano è il culto che Cristo rese a Dio nella sua vita mortale,<br />

principalmente sul Golgota, e che ora sempre continua. Sappiamo<br />

pure che, per S. Tommaso, sebbene tutti i sacramenti abilitino al<br />

« Const. De Ecclesia, art. 11. Vedi anche MD nn. 87 e 103, nonché CL art. 14.<br />

2 » Summa III q 62 a 5 e.

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