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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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806 CAP. XXIV - I MEZZI DELLA PASTORALE LITURGICA<br />

2. Per sé, ogni predica, nel campo intenzionale <strong>della</strong> conoscenza<br />

e dell'affetto, ha su chi la riceve — e salva, in ogni ipotesi, la sua<br />

libertà — una efficienza causale dispositiva alla prima recezione<br />

o all'aumento successivo <strong>della</strong> grazia santificante; infatti, porta sempre<br />

a sua conoscenza l'azione e la volontà di Dio sugli uomini e su<br />

lui stesso, ed è nello stèsso tempo un invito e una esortazione alla<br />

sua volontà perché vi si conformi. Tale fatto ha già valore di grazia<br />

attuale e già per questo ogni predica si iscrive nella linea sacramentale<br />

in <strong>senso</strong> lato.<br />

3. Quando la predica fa parte di un atto liturgico, come cosa<br />

imposta o anche solo permessa dalia Chiesa, è anche un sacramentale<br />

propriamente detto, almeno allo stesso titolo di ogni atto<br />

liturgico di istituzione ecclesiastica. In quanto sacramentale la predica<br />

ha la sua efficacia di causa strumentale propriamente detta<br />

<strong>della</strong> grazia principalmente ex opere operantis Ecclesiae, oltre che<br />

a titolo subordinato, ex opere operantis dell'individuo che l'ascolta<br />

e del ministro che la fa. Ricordiamoci che secondo la dottrina<br />

comune l'efficacia dei sacramentali rispetto alla grazia si riferisce<br />

alla grazia attuale che essi causano a modo di preghiera e tenuto<br />

conto delle leggi generali che regolano l'esaudimento <strong>della</strong> preghiera.<br />

Quando dunque si dice che la predica, in quanto sacramentale,<br />

causa principalmente ex opere operantis Ecclesiae, ciò significa,<br />

com'è stato spiegato ", che Dio si serve <strong>della</strong> predica, per concedere<br />

ai ben disposti, grazie attuali, come sentimenti di fede, speranza,<br />

carità, pentimento, ecc., ordinate esse stesse alla grazia santificante<br />

o al suo aumento, avuto riguardo anzitutto alla dignità e alla<br />

preghiera <strong>della</strong> Chiesa che si attua in qualche modo nell'atto stesso<br />

<strong>della</strong> predica.<br />

Questo, naturalmente, dà ancora maggiore risalto al carattere<br />

di sacramentum, in <strong>senso</strong> lato, <strong>della</strong> predica.<br />

4. Alcuni vanno oltre in questa linea e parlano, a proposito<br />

dell'annunzio o proclamazione <strong>della</strong> parola di Dio, di qualcosa<br />

d'intermedio tra il sacramentale e il sacramento propriamente<br />

detto.<br />

È certo che la predica è d'istituzione divina : « andate e predicate<br />

» {Me 16,15; Cfr. Mt 28,19; Le 24,47-49). In questo rassomiglia<br />

ai sacramenti strettamente detti e non ai sacramentali.<br />

E innegabile anche il carattere privilegiato dell'annunzio <strong>della</strong><br />

parola di Dio rispetto agli altri sacramentali ogni volta che questo<br />

annunzio non è altro che la lettura o proclamazione <strong>della</strong> Scrittura<br />

come parola di Dio tale e quale, anche se pronunziata per l'organo<br />

di un ministro. La presenza attuale, sui generis, e la forza operante<br />

di Dio e di Cristo in questa parola 14 è certamente di natura e grado<br />

"» Cap. <strong>Il</strong>i, p. 123 s.<br />

14 Vedi CL art. 7: « È presente (Cristo) nella sua parola giacché è lui che<br />

parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura ».

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