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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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312 CAP. XI - LITURGIA, UOMO, MONDO<br />

tanto: dato che i riti cultuali dell'ambiente ellenistico e romano,<br />

ove si sviluppò dapprima la religione cristiana, erano non di<br />

rado espressione connaturale o, comunque, per sé onesta, <strong>della</strong><br />

psicologia umana, niente di straordinario che la religione cristiana,<br />

in certi momenti, abbia creduto opportuno adottarli cristianizzandone<br />

lo spirito.<br />

2. LA LITURGIA E L'ATTUALIZZAZIONE CULTICA DEL MONDO<br />

INFRAUMANO AI FINI DEL REGNO DI DIO<br />

L'unità tra l'uomo e la creatura infraumana<br />

nella rivelazione<br />

Secondo la rivelazione esiste un'intima connessione tra la creatura<br />

infraumana e l'uomo nel piano generale del regno di Dio.<br />

Anche la creatura infraumana è destinata a servire ai fini di questo<br />

regno. Essa li raggiunge però nell'uomo e attraverso l'uomo, in<br />

quanto serve all'uomo per raggiungere il proprio fine da Dio assegnatogli<br />

nel regno comune. La creatura infraumana è tutta al servizio<br />

<strong>della</strong> vita divina nell'uomo.<br />

Alcuni tratti essenziali di questo pensiero dell'intima unità tra<br />

l'uomo e la creatura infraumana, sono già presenti, a suo modo,<br />

nei tre primi capitoli del Genesi. <strong>Il</strong> primo capitolo, nella narrazione<br />

<strong>della</strong> creazione, insieme con la trascendenza di Dio, sottolinea<br />

fortemente l'ordine e l'unità del cosmo, per mezzo <strong>della</strong> distribuzione<br />

schematica e progressiva dei giorni e delle cose in essi create.<br />

Tutta l'opera di Dio culmina nella creazione dell'uomo, al cui uso<br />

e dominio, quale rappresentante e immediato vicegerente di Dio,<br />

tutto il resto, di diritto, è sottomesso e ordinato, mentre sarà compito<br />

dell'uomo stesso, mediante la sua operosità, realizzare effettivamente<br />

appieno questo dominio {Gn 1,28-30). Così il mondo infraumano<br />

è concepito come il teatro dove si svolgerà la storia dell'uomo<br />

e come mezzo ai fini che deve raggiungere l'uomo.<br />

Questi fini sono precisati nei capitoli secondo e terzo. Anche<br />

qui, anzitutto, piante e animali appaiono ordinati all'uomo, quale<br />

signore e padrone, sotto il supremo dominio di Dio ". Inoltre, l'au-<br />

33 Vedi 2,8.9.17-21. E nota la questione <strong>della</strong> connessione genetica tra il<br />

corpo umano primitivo e il corpo di animali bruti. Si sa pure che simile evoluzionismo,<br />

teologicamente parlando, si può ammettere entro certi limiti; anzitutto,<br />

naturalmente, che sia esteso al solo corpo dell'uomo, esclusa l'anima;<br />

poi, anche per il corpo, che, al momento decisivo, ci sia stato un intervento<br />

speciale di Dio, per adattare, mediante una trasformazione metafisicamente<br />

essenziale, sebbene forse morfologicamente di poca entità, il corpo del bruto<br />

ad essere ricettacolo dell'anima umana e quindi un corpo formalmente umano.<br />

Se si ammette l'evoluzionismo in questo <strong>senso</strong>, la connessione tra il mondo<br />

infraumano e l'uomo, il disegno unitario del cosmo e la provvidenza di Dio,

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