TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

CAPITOLO XII
LA LITURGIA E LA LEGGE
DELL'UNITOTALITÀ COSMICA DEL REGNO DI DIO
IL - LITURGIA, SANTI E ANGELI
La liturgia s'indirizza a tutto l'uomo concreto nella totalità
del suo essere che ha anche profondi contatti col mondo infraumano.
Ma questa totalità dell'essere concreto umano non è affatto
esaurita se si considera l'uomo come un individuo separato da
tutti gli altri individui. L'uomo è un essere sociale.
Che la rivelazione, e dunque la liturgia, non consideri l'uomo
semplicemente dal punto di vista individuale, ma anche dal punto
di vista sociale nei suoi rapporti con gli altri uomini ancor vivi
su questa terra, è stato abbastanza spiegato sopra dove fu analizzata
la legge della salvezza in comunità. Bisogna aggiungere ora
che la rivelazione, e dunque la liturgia, prolunga questa considerazione
dell'aspetto sociale di ogni individuo con gli altri uomini
anche al di là di questa vita, in quanto stabilisce una profonda
unità tra i fedeli ancora pellegrini su questa terra e i giusti che,
sin dal principio del mondo, hanno raggiunto presso Dio il termine
di ogni vita. Anzi, la rivelazione, e, come sempre, al suo
seguito, la liturgia, stabilisce una profonda unità tra gli uomini
ancora su questa terra e lo stesso mondo angelico.
1. LA LITURGIA E I GIUSTI ARRIVATI AL TERMINE
Un'espressione sintetica di questo concetto dell'unità dei
fedeli su questa terra coi giusti nell'ai di là e con lo stesso mondo
angelico nella Gerusalemme celeste, si ha nell'epistola agli ebrei
12,21-23, passo da noi già analizzato in un altro contesto. L'idea
generale di questo testo è la seguente: l'antico Israele fu costituito