TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

598 CAP. XX - LITURGIA E SINTESI TEOLOGICA
di rado, anche notevolmente, sia dalla monografia patristica, sia
dallo schema scolastico della quaestio e deìl'articulus, sia da quello
della « tesi » positivo-scolastica. Lo schema espositivo in ogni tipo
di scienza, e come la veste estrinseca in cui essa, a prima vista, si presenta,
tende, naturalmente, a farsi lo strumento preciso dell'ideale
intrinseco che le è proprio. La monografia teologica irenica espositiva
dei Padri, col suo sapore fortemente concreto, parenetico e
retorico, serve assai bene all'ideale della teologia come gnosi. La
quaestio scolastica è strumento tecnicamente elaborato dell'ideale
della teologia come scienza con prevalenza quasi esclusiva dell'elaborazione
dell'aspetto ontologico e intemporale della fede. La « tesi »
positivo-scolastica, nella quale viene enunziata la dottrina da tenersi
e a cui segue il « probatur » ex Scriptura, ex traditione, ex ratione
theologica, specchia invece molto bene l'ideale prevalentemente apologetico
storico dalle fonti dei positivo-scolastici.
Quali saranno le tendenze che si manifesteranno nella veste espositiva
dell'ideale di teologia sopra suggerito? Perseguendo un ideale
strettamente scientifico, la veste espositiva sarà sistematica e non
monografica, né parenetica né retorica, come avviene invece nei
Padri.
Ma lo schema espositivo dei trattati rifletterà il contatto, molto
più integrale che nella scolastica, con l'aspetto empirico storico della
rivelazione nelle sue fonti proprie, Scrittura, tradizione, magistero
direttamente didattico, liturgia. L'esposizione tenderà a mettere in
rilievo il fatto che l'elaborazione di questo aspetto più direttamente
empirico storico del dato rivelato è ritenuta aver valore propriamente
scientifico già per se stessa e non semplicemente come momento
prescientifico e preparatorio all'elaborazione ontologica. Per
questo, non solo si farà una larga analisi dell'aspetto empirico storico
del rivelato senza limitarlo all'utilità che può avere per l'ulteriore
analisi e deduzione ontologica, ma anche, conseguentemente, nella
stessa esposizione, all'interno dei singoli trattati, per lo più, la si
separerà più nettamente dall'analisi ontologica.
Anzi, si tenderà a premettere l'analisi empirico storica del rivelato,
sviluppata e distinta come si è detto, alla sua analisi entitativa.
Questo perché la rivelazione si presenta anzitutto come una storia
sacra e l'aspetto entitativo, per quanto importante e basilare vi
è presentato come la base remota e come sullo sfondo al secondo
piano di attenzione, e perché, nel ciclo integro della conoscenza
scientifica, il moto naturale è dal concreto e temporale all'astratto e
universale intemporale.
Tutto questo rende inadatto lo schema scolastico dell'esposizione
nella quaestio e nell'articulus concepiti essenzialmente per un
ideale di scienza nel quale la conoscenza empirico-storica vi entra
solo come momento prescientifico e preparatorio alla deduzione
ontologica e non interessa, in massima, che per quel tanto che è
utile a quel fine.
Anche lo schema della « tesi » positivo-scolastica, come schema