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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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784 CAP. XXIII - LITURGIA E PASTORALE. I PRINCÌPI<br />

Partecipazione plenaria esterna ed interna<br />

Perché si realizzi il predetto incontro non basta una presenza<br />

qualsiasi e una partecipazione qualsiasi all'azione liturgica. Non<br />

si tratta d'incontro solo materiale, puramente estrinseco, ma di un<br />

incontro interno, d'animo. La pastorale liturgica deve dunque avere<br />

di mira non solo di condurre materialmente l'individuo in chiesa<br />

perché partecipi comunque alla <strong>liturgia</strong>, ma di creare in lui la<br />

sintonia interna morale con la realtà liturgica come santificazione<br />

in Cristo e culto a Dio in Cristo.<br />

Questa sintonia, tanto nel suo aspetto esterno che interno, ammette<br />

dei gradi più o meno perfetti. La pastorale incentrata nella<br />

<strong>liturgia</strong>, affinché si realizzi il pieno incontro del popolo con Cristo,<br />

deve tendere, sotto ambedue gli aspetti, ad ottenere la massima<br />

perfezione possibile, secondo le connaturali esigenze <strong>della</strong> stessa<br />

<strong>liturgia</strong> e dello sviluppo <strong>della</strong> vita divina nei fedeli. La meta è dunque<br />

la partecipazione plenaria: quella cioè in cui il cristiano, rispondendo<br />

con perfetta sintonia al dato oggettivo <strong>della</strong> celebrazione,<br />

esplica in pieno le possibilità di azione soprannaturale incluse nel<br />

suo essere soprannaturale di uomo deputato al culto di Dio in Cristo.<br />

Giustamente la Costituzione del concilio vaticano II insiste<br />

ripetutamente su questo concetto di partecipazione « piena » come<br />

meta tanto <strong>della</strong> pastorale liturgica 46 quanto <strong>della</strong> stessa riforma<br />

<strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> 47 .<br />

Attiva<br />

<strong>Il</strong> pieno incontro con Cristo nella <strong>liturgia</strong> esige una partecipazione<br />

interna ed esterna non solo passiva di chi è presente come<br />

spettatore muto che solo contempla un'azione fatta da altri, ma<br />

una partecipazione attiva come conviene a colui che compie la<br />

propria parte di attore quando l'azione cui prende parte è, per<br />

intrinseca esigenza, anche la sua azione. Infatti la <strong>liturgia</strong> è, per<br />

46 « È ardente desiderio <strong>della</strong> Madre Chiesa che tutti i fedeli vengano formati<br />

a quella piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche,<br />

che è richiesta dalla natura stessa <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> e alla quale il popolo<br />

cristiano, "stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo di acquisto"<br />

(2 Pt 2,9. Cfr. 2,4-5), ha diritto e dovere in forza del battesimo ». CL art. 14.<br />

47 « A tale piena e attiva partecipazione di tutto il popolo va dedicata una<br />

specialissima cura nel quadro <strong>della</strong> riforma e dell'incremento <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>:<br />

essa, infatti è la prima e indispensabile fonte dalla quale i fedeli possano attingere<br />

il genuino spirito cristiano, e perciò i pastori d'anime, in tutta la loro<br />

attività pastorale, devono sforzarsi di ottenerla attraverso una adeguata formazione<br />

», ibid. « In tale riforma, l'ordinamento dei testi e dei riti dev'essere<br />

condotto in modo che le sante realtà, da essi significate, siano espresse più chiaramente,<br />

il popolo cristiano possa capirne più facilmente il <strong>senso</strong>, e possa<br />

parteciparvi con celebrazione piena, attiva e comunitaria », ibid., art. 21. Cfr.<br />

anche art. 41.

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