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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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DEFINIZIONE DELLA LITURGIA 41<br />

Osservazioni intorno ad altre « definizioni »<br />

Le altre definizioni 16 peccano, a nostro parere, contro qualche<br />

regola essenziale di ogni definizione propriamente detta.<br />

Molte di esse sono, nel migliore dei casi, delle descrizioni più<br />

o meno felici, ma non delle definizioni rigorose, perché non si<br />

preoccupano di sceverare, tra le note rilevate, quella che è la radice<br />

di tutte le altre e di eliminare di conseguenza quelle che sono<br />

soltanto secondarie e derivate ". Anche la nozione <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong><br />

semplicemente come « esercizio del sacerdozio di Gesù Cristo », non<br />

può essere ritenuta definizione rigorosa perché, tra le altre cose,<br />

determina la <strong>liturgia</strong> per una nota non primaria, ma derivata, come<br />

sopra si è detto.<br />

Altre nozioni vengono meno alla regola che una definizione<br />

rigorosa deve essere coestensiva con l'oggetto definito. Anche contro<br />

questa regola pecca la definizione <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> come « esercizio<br />

del sacerdozio di Gesù Cristo ». Infatti, anche il culto puramente<br />

interno e soltanto privato, nonché i pii esercizi di ogni genere, sono<br />

esercizio del sacerdozio di Gesù Cristo e per essi Cristo continua<br />

nella Chiesa la sua opera di santificazione e di culto; questa nozione<br />

da sé sola non basta dunque a caratterizzare la <strong>liturgia</strong>.<br />

In modo speciale pecca contro la regola <strong>della</strong> coestensione con<br />

l'oggetto definito, la definizione <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> solo come culto, sia<br />

pure pubblico e integrate; per esempio quella che dice: la <strong>liturgia</strong><br />

è il culto pubblico e integrale del Corpo Mistico di Gesù Cristo.<br />

Questa nozione lascia fuori tutto ciò che nella <strong>liturgia</strong> è direttamente<br />

e in primo luogo santificazione dell'uomo, cioè l'essenza<br />

stessa .dei sacramenti e di parecchi sacramentali, come, per esempio,<br />

degli esorcismi.<br />

Chi accetta quella nozione come definizione rigorosa, per ciò<br />

sfesso è costretto a considerare l'aspetto primario ed essenziale<br />

delle azioni sacre dei sacramenti e di parecchi sacramentali, come<br />

cosa non appartenente all'essenza <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>, ma se mai, sua<br />

condizione o suo derivato. Ora, è assolutamente certo che, per esempio,<br />

l'eucaristia come sacramento trasformatore dell'uomo, oppure<br />

il battesimo, come azione santificatrice dello stesso, non sono sem-<br />

16 Non credo utile riferire nemmeno le principali di quelle proposte. Vedine<br />

una lunga esposizione in H. SCHMIDT, Introductio in <strong>liturgia</strong>m occidentalem,<br />

Herder 1960 pp. 47-86. Molti accettarono quella di L. Beauduin, che definiva<br />

la <strong>liturgia</strong> : « il culto <strong>della</strong> Chiesa », intendendo il suo culto pubblico e<br />

ufficiale. Vedi, per es., L. BEAUDUIN, Essai de manuel fondamental de liturgie,<br />

in: Les quest. Ut. (et parois.) 3 (1913) 56-66. E. CARONTI, Per una definizione<br />

<strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>, in: Riv. Lit. 8 (1921) 4ss; A. STENZEL, Cultus publicus. Ein Beitrag<br />

zum Begriff und ekklesiotogischen Ort der Liturgie (Tesi <strong>della</strong> gregoriana)<br />

Innsbruck 1953.<br />

17 Sono in questo caso, per esempio, le definizioni proposte da J. H. Miller,<br />

da A. Stenzel, da H. Schmidt. Vedi H. SCHMIDT, Introductio in <strong>liturgia</strong>m occidentalem,<br />

Herder 1960 pp. 57, 59, 64.

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