TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

318 CAP. XI - LITURGIA, UOMO, MONDO
già la trasfigurazione del mondo infraumano al servizio della vita
divina sarà sub velo, in sacramento, in mysterio. Solo gli occhi
della fede potranno percepirla.
Ma tuttavia, quel ristabilimento e quella trasfigurazione, nella
liturgia, sono reali. Essi si manifestano: anzitutto nella liturgia
del sacrificio della messa e dei sacramenti; poi nella liturgia dei
sacramentali: esorcismi, consacrazioni e benedizioni; finalmente,
nella liturgia epenetica o di lode.
La massima attualizzazione liturgica del mondo infraumano
nell'unità cosmica, in ordine alla vita divina, si trova nell'eucaristia.
La transustanziazione del pane e del vino, offerto dai fedeli, nel
corpo e nel sangue di Gesù Cristo, immolato sì, ma glorioso alla
destra del Padre e offerentesi a Lui in ostia di valore infinito, è,
quaggiù, la più straordinaria assunzione, elevazione e trasfigurazione
del mondo infraumano al servizio della vita divina. Eccettuata
l'assunzione, avvenuta sin dal primo istante della concezione,
del corpo di Gesù nell'unione ipostatica del Verbo, non vi è,
nella storia del mondo, un esempio più meraviglioso del senso
unitario che lo stesso cosmo infraumano possiede nei piani di Dio.
La materia del pane e del vino, della quale, pur rimanendo gli
accidenti, l'intera sostanza viene mutata nella sostanza del corpo
e del sangue di Cristo, serve di sostrato, e come di arcano e trasparente
veicolo, alla presenza reale e sacrificale di Cristo, e così,
a suo modo, è profondamente associata a tutto quel flusso di vita
divina che il sacrificio eucaristico porta agli uomini, vivi e defunti,
di gioia agli angeli e ai santi del cielo e di gloria a Dio. Così, nella
messa, si compie nel modo più perfetto che sia possibile prima
del cielo nuovo e della terra nuova, per modo di primizie e sub velo
e in sacramento, quella redenzione della creatura materiale, quella
sua liberazione dalla schiavitù della corruzione e del peccato, che
essa, secondo S. Paolo, ardentemente desidera, secondo il profondo
ordine inserito da Dio nelle cose.
Tra gli altri sacramenti, una simile, sebbene molto inferiore,
attualizzazione della creatura infraumana al servizio della vita divina,
si trova anzitutto nel battesimo e nell'unzione dei malati. In
questi sacramenti, infatti, nella cosiddetta « materia » sacramentale
che, determinata dalla « forma », costituisce il sacramento,
entrano elementi materiali propriamente detti. È di fede, infatti,
che nel battesimo la materia remota è l'acqua e la materia prossima
l'abluzione del battezzando con l'acqua. È pure di fede che
nella sacra unzione la materia remota è l'olio. Inoltre si ritiene
per sentenza certa che questa materia remota sia l'olio debitamente
consacrato. La materia prossima di questo sacramento è
l'unzione fatta con lo stesso olio. Anche nella cresima si ritiene
che la materia remota sia il crisma consacrato dal vescovo e la
sentenza più comune insegna che la materia prossima sia l'imposizione
delle mani assieme alla consignazione e all'unzione con il
crisma. In questi sacramenti dunque, a suo modo, l'elemento ma-