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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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LITURGIA E SANTI 327<br />

Quest'uso è affermato almeno per il 430-50, epoca in cui fu scritta<br />

la passione di S. Saturnino, vescovo di Tolosa : « Vigiliis, hymnis<br />

ac sacramentìs etiam solemnibus celebramus » 16 . Questo modo<br />

di commemorare liturgicamente i santi si praticò anche quando<br />

ai martiri vennero aggiunti (secoli IV-V) la Madonna e i confessori.<br />

Anche qui, dunque, il concetto fondamentale <strong>della</strong> realtà e<br />

<strong>della</strong> vitalità <strong>della</strong> nostra comunione di vita soprannaturale e<br />

d'interessi spirituali col mondo dei santi che sono ormai presso<br />

Dio, comunione che si realizza al sommo grado nell'azione liturgica<br />

ed anzitutto nell'azione sacrificale. Questa appare così, sempre e<br />

in ogni caso, il luogo d'incontro per eccellenza <strong>della</strong> Chiesa peregrinante<br />

con la Chiesa purgante e trionfante.<br />

È per questo concetto fondamentale che, nei formulari delle<br />

anafore, sin dal secolo V, si sviluppò, dalla commemorazione dei<br />

defunti in genere, anche una commemorazione esplicita dei santi,<br />

come <strong>della</strong> parte più nobile di quelli tra i fedeli che hanno ormai<br />

raggiunto presso Dio il termine del loro pellegrinaggio 17 . Quindi<br />

il Communicantes nel nostro canone romano. Ma qui, diversamente<br />

da quello che avviene nelle altre anafore, questa memoria<br />

dei santi è notevolmente separata dal Memento dei defunti e fa<br />

immediatamente seguito al Memento dei vivi. <strong>Il</strong> suo <strong>senso</strong> in questo<br />

contesto sembra però indubitabile e si potrebbe parafrasare<br />

così: «Ricordati, Signore, dei tuoi servi e delle tue serve... per i<br />

quali noi ti offriamo e ti offrono anch'essi questo sacrificio... tanto<br />

più che ciò facciamo uniti in comunione, anzitutto con la gloriosa<br />

sempre vergine Maria, Madre di Dio, poi anche coi tuoi Santi Apostoli<br />

e martiri Pietro e Paolo... dei quali, con venerazione celebriamo<br />

anche la memoria... e per i meriti e per le preghiere dei<br />

quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto <strong>della</strong> tua<br />

protezione ».<br />

Qui, come in molte altre anafore ls , il concetto di comunione<br />

si determina ulteriormente nell'intercessione dei santi per noi e<br />

nella nostra venerazione per essi. E tutto questo si fa in modo specialissimo<br />

nella messa. « Dopo di che, dice S. Cirillo di Gerusalemme,<br />

noi facciamo memoria anche dei defunti, anzitutto dei<br />

patriarchi, dei profeti, degli apostoli, dei martiri, affinché Dio, per<br />

le loro preghiere e le loro intercessioni, accetti la nostra orazione<br />

» 19 . A questo concetto dei santi come nostri intercessori, che<br />

18 1. Cfr. 6. Vedi: Vies des saints et des bienheureux, par les bénédictins<br />

de Paris, XI Paris 1954 pp. 973-90.<br />

17 Vedi, per es., JUNGMANX, Missarum sollemnia, ed. ital. II p. 124 ss; 132 ss.<br />

is Vedi F. E. BRIGHIMAN, Eastern liturgies pp. 48,12; 57,8 ss; 94,32 ss; 169,21 ss;<br />

264,25 ss; 332 ss; 388,19 s; 406,31 s.<br />

19 Catech. myst. V 9. È noto che la formula primitiva per indicare in che<br />

<strong>senso</strong> si offriva il sacrificio e si pregava nella messa in relazione ai martiri e ai<br />

santi, fu che ciò si faceva « per » (hyper) loro. Era dunque la stessa formula<br />

generica usata anche in rapporto ai defunti comuni. <strong>Il</strong> <strong>senso</strong> era generico: hyper:<br />

« in relazione a ». JUNGMANN, Die Stellung Christì... p. 234, fa osservare che nella<br />

<strong>liturgia</strong> copta giacobita al momento del vangelo, il diacono invitava in greco<br />

il popolo a pregare con la formula: « Pregate per il santo vangelo » e il popolo

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