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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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TRINITÀ NELLE DOSSOLOGIE 223<br />

ficato poi in <strong>senso</strong> antiariano. Così fu, in specie del Gloria Patri<br />

con l'aggiunta al testo greco <strong>della</strong> clausola sicut erat in principio 32<br />

che ne accentua ancora il <strong>senso</strong> polemico antiariano. Così anche<br />

il Te decet laus con le particelle coordinative, che S. Benedetto<br />

già prescriveva nella <strong>liturgia</strong> ai suoi monaci •'•-. Così pure il Gloria<br />

in excelsis Deo, nella recensione alessandrina con la chiara e diretta<br />

affermazione <strong>della</strong> divinità di Cristo e la menzione esplicita<br />

dello Spirito Santo. <strong>Il</strong> Te Deum, invece, è d'origine occidentale;<br />

ma sul suo autore e sullo sviluppo del suo testo regnano grandi<br />

oscurità. <strong>Il</strong> testo attuale è certamente il frutto di ritocchi e aggiunte<br />

successive; un centone, più che un pezzo originale. La<br />

prima parte, molto sviluppata, riguarda il Padre; la seconda,<br />

ugualmente molto sviluppata, Cristo, il Figlio; lo Spirito Santo<br />

è inserito in una dossologia minore incuneata tra la prima e la<br />

seconda parte e ove sono nominate le tre persone: Patrem immensae<br />

maiestatis; venerandum tuum verum et unicum Filium,<br />

sanctum quoque paraclitum Spiritum. Si ha l'impressione che<br />

questa dossologia direttamente trinitaria sia un'aggiunta antiariana<br />

al testo primitivo.<br />

Anche la grande dossologia finale del canone romano va spiegata<br />

tenendo presente il predetto quadro storico. « Per Cristo<br />

nostro Signore, per il quale tutte queste cose tu le crei sempre<br />

buone, le santifichi, vivifichi, benedici e somministri a noi: per<br />

Lui e con Lui, viene a Te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello<br />

Spirito Santo ogni onore e gloria ». Negli accenni al Padre e al Figlio<br />

la dossologia è di carattere nettamente antico: il Padre vi è considerato<br />

come origine di ogni bene, perché è Lui che tutte queste cose<br />

crea, santifica, benedice e le dà a noi; e come fine di ogni cosa,<br />

a Lui va tutto l'onore; Cristo, nostro Signore, vi è considerato<br />

come il grande mediatore, per mezzo del quale il Padre fa tutto:<br />

crea, santifica, vivifica, benedice ogni bene e lo dà agli uomini,<br />

e per mezzo del quale, assieme al quale e in unione col quale,<br />

come nostro capo — è dunque il concetto di Cristo sommo sacerdote<br />

— noi rendiamo ogni gloria al Padre. Padre e Figlio, sono<br />

considerati anzitutto come distinti; nei loro rapporti alle creature<br />

secondo lo schema a, per, ad, <strong>della</strong> storia sacra e <strong>della</strong> salvezza.<br />

Come spiegare la clausola « nell'unità dello Spirito Santo »? Secondo<br />

una osservazione dello Jungmann 53 non vi sarebbe motivo per spiegarla<br />

altrimenti che « nell'unità che opera tra i credenti la presenza<br />

dello Spirito Santo ». Infatti, osserva, nel canone la clausola è legata<br />

al Per Ipsum che è certamente anteriore alla polemica antiariana.<br />

Le dossologie occidentali d'origine medievale — numerose<br />

specialmente nella conclusione degli inni — furono tutte trinitarie<br />

52 Regula 11. Per la storia del Gloria Patri in occidente vedi H. LKCLERCO, in:<br />

Dict. d'arch. chrét. et lìturg. V 1542-28; P. SIFFRIN, in: Encicl. catt. VI (1951) 869s.<br />

53 Die Stellung Christi... 2' ed. p. XVII*, con riferimento a testi di Agostino,<br />

Crisostomo, Basilio per documentare che ancora nei secoli 4-5 l'idea era frequente.

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