TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

584 CAP. XIX - TEOLOGIA E LITURGIA NEI PADRI
cosa, teoricamente parlando, fu più intravista, per esempio da San
Basilio 10T , che chiaramente osservata dalla comune dei teologi.
Parimenti, nell'antichità patristica si trovano solo pochi cenni
al concetto, che ha grande importanza per la questione dell'autorità
di singole parti della liturgia, di una vera evoluzione degli stessi
dogmi dopo la morte degli Apostoli, evoluzione che, senza essere trasformista,
sia tuttavia qualcosa di più che una semplice diversa
equivalente formulazione dei dogmi esplicitamente e chiaramente
proposti sin dall'età apostolica 108 .
Tutto sommato, dunque, dobbiamo anzitutto costatare il fatto
che, nell'età patristica, si riconobbe sin dal principio e comunemente
alla liturgia l'autorità per dirimere questioni messe in dubbio o
discusse e che, effettivamente, nelle polemiche dottrinali, vi si fece un
ricorso non indifferente. Ma, in quanto all'elaborazione riflessiva di
regole che permettano di determinare nei casi particolari questa
autorità e che rendano teologicamente conto della sua natura, sembra
debbasi ammettere che si rimase ancora ad osservazioni generali
che connettono questa autorità con l'autorità stessa della Chiesa,
a sua volta fondata sugli Apostoli, senza andare molto oltre nell'analisi
di questo concetto e dell'applicazione che se ne può fare alla
liturgia in genere e alle sue singole parti storiche o attuali.
La precedente conclusione c'induce ancora una volta ad affermare
che, nella riflessione teologica dell'età patristica intorno alla
liturgia, la questione della sua autorità per dirimere le questioni
discusse non occupa affatto il primo posto e non è in questo punto
che consiste principalmente la ricchezza della teologia liturgica dei
Padri. Questa ricchezza consiste invece anzitutto nell'esposizione
irenica che essi fanno ai fedeli del contenuto intrinseco teologico che
la liturgia ha per il credente, il quale, avendo superato, o non avendo
mai provato, la fase dei dubbi o delle discussioni, accetta pacificamente
come incluso nelle fonti della rivelazione quello che la
Chiesa propone e desidera solo contemplarne il contenuto e conformarvi
meglio la vita. Questa ricchezza, come abbiamo dimostrato,
è tutta incentrata sul concetto di mysterion, mysterium, sacramentutn.
Per conoscerla, più che ai trattati polemici dei Padri, bisogna
ricorrere alla loro letteratura mistagogica propriamente detta, alle
loro spiegazioni della liturgia in senso più ampio, alle loro omelie
sull'anno liturgico e avere il coraggio di affrontare la comprensione
di quelle che a molti oggi sembrano le loro elucubrazioni allegoriche
sul culto.
107 Nella questione della nuova dossologia da lui introdotta: De Spiriti*
Sancto 25-27.
108 Come affermazioni del fatto dell'evoluzione dei dogmi si cita: ORIGENE,
De Princ, Praef. 3 ss; S. GREGORIO NAZ., Oratio 31, 24; AGOSTINO, Sermo 294, 4; De
civit. Dei 16, 2; De baptismo 2, 4, 5; C. Jul. I 6, 22; Enarr. in Ps. 52, 22; De prcedest,
sanct. 14.