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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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LA LEZIONE DI GERTRUDE 741<br />

Già il primo o il secondo anno dopo la grazia dell'entrata nella<br />

vita mistica, Gertrude ricevette da Cristo le stimmate invisibili mentre<br />

stava al refettorio pensando, in modo più fervoroso del solito, a<br />

un'orazione nella quale si chiedeva appunto a Cristo d'imprimere<br />

nell'anima i segni <strong>della</strong> sua passione:<br />

« In quel momento, mentre la mia mente era occupata più devotamente<br />

in questi pensieri, sentii che Dio donava a me indegnissima la grazia che già<br />

da tempo chiedevo in quella orazione, cioè conobbi in spirito che nell'interno<br />

del mio cuore furono impresse come corporalmente quelle stimmate venerabili<br />

e adorabili delle tue santissime ferite. Per queste tu sanasti la mia anima e mi<br />

desti una bevanda di amore dolce come il nettare » lil .<br />

La lezione di Gertrude intorno ai rapporti<br />

tra vita mistica e vita liturgica<br />

In conclusione : l'esame dei rapporti tra vita mistica e vita liturgica<br />

in Gertrude ci dà, per via d'esempio, una grande lezione pratica.<br />

Questa lezione è che tutta la vita mistica, compresi i suoi più alti<br />

gradi, come ci sono noti dall'esperienza dei santi, in quello che ha<br />

d'essenziale — e, aggiùngiamo, di desiderabile — può perfettamente<br />

e con ogni agio, nascere, svilupparsi e maturare nel quadro di una<br />

spiritualità liturgica. Di quella spiritualità, cioè, nella quale gli<br />

elementi comuni ad ogni spiritualità cattolica sono considerati e<br />

vissuti in quella proporzione e in quell'equilibrio relativo che è imposto<br />

dal predominio, almeno qualitativo, dei valori dell'azione liturgica<br />

come elemento determinante e ordinante a sé tutti gli altri.<br />

Anzi, la lezione pratica che ci dà Gertrude è che la vita mistica<br />

può perfettamente-e con ogni agio nascere, svilupparsi e maturare in<br />

un quadro di vita ove l'azione liturgica è l'elemento non solo qualitativamente<br />

determinante ina anche quantitativamente predominante.<br />

Finalmente, la lezione pratica che ci dà Gertrude è che le grazie<br />

mistiche anche le più grandi e la contemplazione anche la più alta<br />

in quello che hanno di essenziale, possono perfettamente avverarsi<br />

nell'azione liturgica comunitaria e pubblica senza danno <strong>della</strong> normale<br />

partecipazione attiva alla stessa, per non parlare del loro avveramento<br />

nella parte extraliturgica di una vita dominata dalla spiritualità<br />

liturgica.<br />

In una parola, l'esempio di Gertrude ci libera una volta per sempre,<br />

se ce ne fosse bisogno, dal sospetto e dal timore, che un lettore<br />

non abbastanza accorto potrebbe essere tentato di fondare sulla<br />

lettura dei mistici moderni, specialmente del secolo XVI e principalmente<br />

di S. Teresa e di S. Giovanni <strong>della</strong> Croce : che cioè, una spiritualità<br />

liturgica, accettata pienamente e integralmente, special-<br />

141 II 4 p. 6?. Nel capitolo 23 del libro II, Gertrude computa questa grazia<br />

tra le più insigni di quelle che aveva fino allora ricevute.

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