TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

698 CAP. XXII - S. GERTRUDE E SPIRITUALITÀ LITURGICA
delle realtà della messa e della comunione, delle ore canoniche, delle
feste e dei periodi liturgici; o preparazione alla vita in atto di queste
realtà nella liturgia; o prolungamento e conseguenza delle stesse.
Nel Legatus divini amoris si tratta solo di quello che avviene a
Gertrude nella messa, comunione, mattutino, ore canoniche, e feste;
o di quello che le avviene nella sua preparazione alle stesse; o di
quello che le avviene ancora in conseguenza delle stesse e comunque
in connessione con le stesse. Se si eccettuano i diciassette capitoli del
primo libro d'indole biografica generale scritti dalla sua confidente,
tra i 199 capitoli dei quattro rimanenti libri del Legatus pochi sono
quelli ove non ci sia riferimento o alla messa, o alla comunione, o
alle ore canoniche, o alle feste, o a qualche atto liturgico e non molto
più numerosi quelli ove si parla di qualcosa che non avviene o durante
queste azioni liturgiche o in preparazione ad esse, o in conseguenza
di esse.
Nell'altra opera di Gertrude, gli Esercizi, gli oggetti essenziali
di cui si occupa sono: l'iniziazione cristiana: battesimo, cresima,
comunione; l'anniversario della presa dell'abito religioso; quello della
consacrazione verginale; quello della professione monastica; il suo
rinnovamento: il tutto in stretto riferimento alle rispettive azioni
liturgiche. C'è poi un esercizio in forma quasi di ore canoniche per
prepararsi alla morte, e due altri per eccitarsi all'amore divino e
ringraziare Dio.
Inoltre, il Legatus e gli Esercizi, sono, anche nella loro composizione
ed espressione letteraria, tutti imbevuti della liturgia perché
tutti cosparsi di passi e di reminiscenze liturgiche. A tal segno che,
in specie in alcuni passi degli Esercizi, quest'espressione prende
l'aspetto di centone dalla liturgia e dalla Scrittura, essa stessa, assai
spesso, per il tramite della liturgia.
Senso e valore che Gertrude dava alle sue visioni immaginative
Ma non dobbiamo tacere due difficoltà che rendono assai difficile
l'interpretazione e la retta ponderazione del valore reale degli scritti
gertrudiani, tanto che, sin. dal primo contatto, possono allontanarne
più d'un lettore o, comunque, nascondergli i veri tesori che contengono.
La prima è che nel Legatus si parla ovunque di visioni e di
locuzioni ritenute divine. In tutta l'opera sembra non si faccia altro
che riferire senza fine cose e scene viste e parole supposte udite
in queste visioni. Inoltre, alcune di queste visioni sono riferite in
complessi immaginativi che ci sembrano strani, di rappresentazione
difficile o anche urtante : come quella in cui le membra di Cristo
fioriscono in altrettanti rami che crescono e si spandono, o quella
del cuore di Gesù come palazzo con altrettante camere, o quella del
suo corpo nella metà destra vestito di splendidi paramenti e nella
sinistra nudo e tutto ulceroso. Tutto ciò indispone molti lettori che
al primo contatto hanno l'impressione di trovarsi in un'atmosfera