TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

802 CAP. XXIV - I MEZZI DELLA PASTORALE LITURGICA
Averlo messo fortemente in rilievo è una delle maggiori benemerenze
della Costituzione del concilio vaticano II. Ma sembra necessario
insistere in modo particolare sui fondamenti teologici liturgici che
comandano gli stretti rapporti tra predicazione e liturgia e liturgia
e catechismo.
2. PREDICAZIONE E LITURGIA
L'ideale di una pastorale d'insieme ordinata intorno alla liturgia
come culmine verso il quale tende l'azione della Chiesa e la fonte
da cui promana tutta la sua virtù, non può non avere profonde
ripercussioni sul problema della predicazione in genere 7 .
Infatti, la Costituzione liturgica del vaticano II così dice : « Il
ministero della predicazione sia adempiuto con fedeltà e nel debito
modo. Essa attinga anzitutto alle fonti della Sacra Scrittura e della
liturgia, quasi annunzio delle mirabili opere di Dio nella storia della
salvezza, ossia nel mistero di Cristo, mistero in noi sempre presente
ed operante soprattutto nelle celebrazioni liturgiche » 8 .
La gravità di queste parole sta nell'affermata quasi identità
di contenuto tra predicazione, Scrittura, liturgia. Queste tre realtà,
si dice, vertono tutte sostanzialmente, intorno alla stessa cosa: le
mirabili gesta di Dio, sempre, anche oggi, presenti ed operanti in
noi, nella storia della salvezza: ossia, il mistero di Cristo sempre
attuale. Compito della predicazione è di annunziare queste gesta o
questo mistero che la Scrittura narra e la liturgia, più di tutti gli
altri mezzi, ogni giorno fa presente ed operante nei fedeli.
Ne risulta una inscindibile unità tra predicazione, bibbia e
liturgia 9 .
7 II Padre D. GRASSO, L'Annuncio della salvezza. Teologia della predicazione,
Napoli 196 pp. 341-360. (Vedi anche Gregorianum 42 [1960] 35-42) attira l'attenzione
sulla incertezza della terminologia in questa materia e propone che
il concetto generale di predicazione, come trasmissione del messaggio divino,
sia sottodiviso in: evangelizzazione o kerigma, come primo annunzio globale
del cristianesimo in vista della conversione o di una nuova presa di coscienza
sintetica dei fedeli di ciò che comporta la fede; catechesi, come predicazione
fatta a coloro che hanno accettato la prima proposizione globale della fede
per introdurli più profondamente negli elementi che essa comporta; omelia
come catechesi nel quadro di una azione liturgica, specialmente eucaristica~e
in stretta connessione con essa. Questa terminologia può difendersi sulla base
di dati — anche se non sempre perfettamente chiari e costanti — scritturistici
e tradizionali nell'antica Chiesa, ed è, comunque, utile per determinare più
precisamente i diversi generi di predicazione con il fine e le esigenze particolari
di ognuno. Tra questi generi ci sarebbe ancora da rilevare : la predicazione
di novene, tridui, ecc., e quella di meditazioni o istruzioni per ritiri, esercizi
ecc. Qui prendiamo predicazione nel senso generico, ma avendo in vista quella
che si indirizza ai fedeli e in modo speciale la catechesi e l'omelia.
» Art. 32 rr. 2.
•Anche la Istruzione del settembre 1964 dice: «si deve tuttavia curare
attentamente cKè tutte le opere pastorali siano in giusta connessione con la