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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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STUDIO TEOLOGICO COMPLESSIVO 493<br />

o al solò <strong>senso</strong> che ebbe forse quando fu composto o inserito nella<br />

<strong>liturgia</strong>.<br />

Parimenti si deve dire che oggi ogni cattolico deve interpretare<br />

l'epiclesi, in uso nelle liturgie orientali <strong>della</strong> Chiesa cattolica,<br />

in modo tale che sia comunque salvaguardata la dottrina che la<br />

forma dell'eucaristia è costituita dalle sole parole dell'istituzione,<br />

a parte la questione dell'eventuale opinione dei primitivi compositori<br />

di queste epiclesi.<br />

QUARTA REGOLA. Praticamente, solo mediante lo studio <strong>teologico</strong><br />

complessivo delle singole questioni si può determinare il grado<br />

autoritatìvo dì un punto qualsiasi <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> sia storica che attuale.<br />

Questa quarta regola è di molto la più importante. Infatti, ammesse<br />

le osservazioni precedenti, il punto cruciale per il teologo<br />

o il fedele che si preoccupa di sapere quale valore dottrinale abbia<br />

tale o tal altro elemento che si trova nelle liturgie storiche o<br />

attuali, è di sapere come determinare, nei singoli casi, il grado<br />

d'autorità che il magistero dava in una data epoca, o dà oggi a<br />

questo elemento.<br />

Lo studio <strong>della</strong> sola <strong>liturgia</strong> ci potrà condurre a questo risultato?<br />

Anche dalla sola <strong>liturgia</strong> si potranno avere talvolta degli<br />

indizi. L'importanza data a un elemento in una o in parecchie<br />

liturgie, o addirittura in tutte, potrà suggerire che in esso il magistero<br />

si è impegnato più o meno notevolmente. L'universalità <strong>della</strong><br />

festa dell'Assunzione e il grado notevole di solennità, potranno<br />

suggerire un impegno notevole del magistero ordinario e universale<br />

nella proposizione di questo punto dì dottrina.<br />

Ma, per lo più, dalla sola <strong>liturgia</strong> sarà oltremodo difficile, se<br />

non addirittura impossibile, determinare con sufficiente precisione<br />

il grado d'autorità che il magistero impegna nella proposizione di<br />

un elemento, anche supponendo, ciò che non è proprio sempre<br />

il caso, che, dalla sola <strong>liturgia</strong>, si possa determinare sufficientemente<br />

il <strong>senso</strong> stesso dell'elemento in questione. La stessa antichità e<br />

universalità di un elemento non è una prova assolutamente apodittica<br />

che esso, nella <strong>liturgia</strong>, sia proposto dal magistero come<br />

di fede divina e cattolica. Non si dimentichi che per potere, dal<br />

solo magistero ordinario e universale, arguire apoditticamente che<br />

una dottrina è proposta dalla Chiesa come di fede divina e cattolica,<br />

non basta mostrare che, nel proporre questa dottrina, vi<br />

è unanimità morale tra i vescovi uniti con il Romano Pontefice,<br />

ma bisogna anche provare che essi, con morale unanimità, propongono<br />

tale dottrina precisamente come di fede.<br />

Una riprova <strong>della</strong> difficoltà che incontra chi vuole ricavare<br />

dalla sola <strong>liturgia</strong> il grado preciso di autorità con cui ivi il magistero<br />

propone una dottrina, si ebbe nelle sfortunatamente brevi<br />

discussioni che precedettero la definizione dell'Assunzione. Molti<br />

si chiedevano per qual motivo si volesse fare quella definizione<br />

mentre, così credevano, il magistero proponeva già da lungo tempo

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