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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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PREGHIERE E SACRAMENTALI 97<br />

dei fedeli; perché con tali gesti la Chiesa onora, in queste persone,<br />

il loro carattere spirituale invisibile; anche qui vale aliud videtur<br />

et aliud intelligitur; e quindi è sempre a Dio, a Cristo e alla sua<br />

opera redentrice che questi gesti, come segni liturgici, si indirizzano;<br />

sono anch'essi un atto di culto.<br />

Le preghiere. — Queste preghiere, in tutte le loro forme di<br />

adorazione, ringraziamento, impetrazione, espiazione, sono il mezzo<br />

massimo, tra i segni istituiti dalla Chiesa, per il quale essa, in<br />

Cristo, rende il suo culto a Dio. Mezzo massimo, in virtù del predominio<br />

del segno parola sugli altri segni sensibili nelle comunicazioni<br />

tra Dio e gli uomini. Anche questi segni preghiera hanno la solita<br />

quadruplice dimensione.<br />

Le preghiere liturgiche sono direttamente segno dimostrativo<br />

delle disposizioni d'animo <strong>della</strong> Chiesa nelle quali consiste la sua<br />

preghiera interna di adorazione, ringraziamento, impetrazione, espiazione.<br />

Di conseguenza, sono anche segno dimostrativo delle disposizioni<br />

d'animo corrispondenti in Cristo stesso, ora glorioso alla<br />

destra del Padre, poiché la preghiera <strong>della</strong> Chiesa non è altro che<br />

la preghiera di Cristo a Dio a cui si associa la Chiesa, o meglio, a<br />

cui Cristo associa la Chiesa. La preghiera <strong>della</strong> Chiesa è segno impegnativo<br />

per colui che la recita facendola anche sua preghiera personale,<br />

sempre per lo stesso motivo che nessun atto di culto, e quindi<br />

nessuna preghiera, è tale se colui che lo fa non s'impegna in qualche<br />

modo per il futuro. La preghiera <strong>della</strong> Chiesa è segno rimemorativo<br />

del culto di preghiera che Cristo rese al Padre nella sua vita terrena,<br />

massimamente nella sua passione, per il quale Cristo iniziò la preghiera<br />

cristiana di cui quella <strong>della</strong> Chiesa non è che la continuazione.<br />

È anche segno rimemorativo di tutte le preghiere fatte a Dio dal<br />

peccato di Adamo fino a Cristo, poiché queste non erano che un<br />

primo abbozzo imperfetto che ebbe il suo compimento nella preghiera<br />

di Cristo a cui ora Egli associa la sua Chiesa.<br />

Finalmente, la preghiera <strong>della</strong> Chiesa è segno profetico <strong>della</strong> perfetta<br />

ed eterna preghiera di adorazione, di ringraziamento e di lode<br />

nella Gerusalemme celeste assieme agli Angeli, come il seme contiene<br />

già in sé e preannunzia l'albero perfetto (cfr. Ap 5,8-14).<br />

I sacramentali. — Poiché intorno ai sacramentali regnano spesso<br />

concetti poco chiari 120 , è necessario, per rendersi conto preciso in<br />

qual modo anche qui si ritrovino le quattro dimensioni di significato<br />

dei segni liturgici, richiamare prima alla memoria alcune nozioni,<br />

tra quelle accettate per lo più oggi dai teologi in questa materia, e<br />

precisarne alcune altre.<br />

Nozione. — Oggi la tendenza è d'escludere dai sacramentali le<br />

semplici cerimonie che accompagnano la celebrazióne del sacrificio e<br />

120 Vedi per es., A. MICHEL, Sacramentaux, in: Dict. de Théol. cath. XIV<br />

1 (1939) 465-82. A. GABOARDI, Sacramentali, in: Enciclopedìa cattolica 10 (1953)<br />

1555-58.<br />

4 - <strong>Il</strong> <strong>senso</strong> <strong>teologico</strong>...

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