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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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TUTTO ORDINATO ALLA MESSA 177<br />

sono espressi i diversi aspetti del mistero di Cristo nella sua fase<br />

di realizzazione storica nella vita terrena di Gesù.<br />

Nella parte fissa del canone romano il mistero di Cristo realizzantesi<br />

nella messa viene espresso per esempio nel Qui pridie fino<br />

all'Unde et memores: è la fase <strong>della</strong> realizzazione reale mistica<br />

liturgica del mistero di Cristo: commemorazione effettrice in sacramento<br />

dell'istituzione, passione, morte, risurrezione, ascensione.<br />

Nella preghiera Supra quae propitio ac sereno viene espresso<br />

il mistero di Cristo nella sua preparazione storica dell'Antico Testamento:<br />

il sacrificio di Abele, di Abramo, di Melchisedec, figure<br />

del sacrificio di Cristo sulla croce, attuato ora nella messa. Nel<br />

Nobis quoque peccatoribus, dove si chiede la nostra ammissione<br />

nella società dei santi, si esprime l'unione del sacrificio <strong>della</strong> messa<br />

con la Gerusalemme celeste, unione già prima più esplicitamente<br />

espressa nel Communicantes e ripetuta ancora nel Nobis quoque<br />

peccatoribus. L'unione con tutti i vivi viene espressa nel memento<br />

dei vivi e l'unione con i fedeli defunti nel memento dei defunti.<br />

La fase escatologica del mistero di Cristo è spesso accennata in<br />

formule diverse, per es. : Haec commixtio et consecratio... fiat accipientibus<br />

nobis in vitam aeternam; Corpus (Sanguis) DNIC custodiat<br />

animam meam in vitam aeternam.<br />

La recensione del canone romano detta di Moelcaich nel messale<br />

irlandese di Stowe del s. VIII-IX, mette magnificamente in<br />

rilievo il pensiero escatologico <strong>della</strong> messa quando, subito dopo<br />

le parole <strong>della</strong> consacrazione, alla frase « h&c quotìescumque /eceritis<br />

in mei memoriatn facietis » fa seguire le parole « passionem<br />

meam prxdicabitis, resurrectionem meam adhuntiabitis, adventum<br />

meum sperabitis donec iterum veniam ad vos de cozlis » 6 .<br />

3. NELLA LITURGIA TUTTO È ORDINATO ALLA MESSA<br />

Là nozione di <strong>liturgia</strong>, spiegata nei capitoli precedenti, facendoci<br />

capire come nella messa la <strong>liturgia</strong> ha necessariamente il suo<br />

sommo grado di realizzazione e di espressione, ci fa capire pure<br />

perché, conseguentemente, nella <strong>liturgia</strong> tutto è ordinato alla messa.<br />

<strong>Il</strong> fatto <strong>teologico</strong><br />

L'ordinamento intrinseco di tutti gli altri sacramenti all'eucaristia,<br />

come è noto, è stato fortemente rilevato da S. Tommaso.<br />

Egli proclama che l'eucaristia è il sommo tra tutti i sacramenti<br />

non solo se si considera che negli altri sacramenti è contenuta<br />

6 Cfr. LEO EIZENHOFER, Canon missae romanae, Romae 1954 p. 33. Vedi anche<br />

la <strong>liturgia</strong> ambrosiana : « Mortem meam praedicabitis, resurrectionem meam annuntiabitis,<br />

adventum meum sperabitis ». Vedi, inoltre, per altre simili formule<br />

J. A. JUNGMANN, Missarum sollemnia, ed. it. Torino 1954 II 170-171.

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