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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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330 CAP. XII - LITURGIA, SANTI E ANGELI<br />

2. LA LITURGIA E IL MONDO ANGELICO<br />

Per capire le relazioni tra <strong>liturgia</strong> e mondo angelico è necessario,<br />

nuovamente, rendersi conto anzitutto dell'unità che, secondo<br />

la rivelazione, esiste tra il mondo angelico e il resto del cosmo:<br />

uomo e mondo infraumano.<br />

Unità con il mondo angelico secondo la rivelazione<br />

Ora, in questo campo, il pensiero <strong>della</strong> rivelazione è nettissimo<br />

e fortemente inculcato sia nell'Antico Testamento che nel<br />

Nuovo. In sostanza si tratta di questo: ai fini voluti da Dio, il<br />

mondo angelico costituisce un'unità inscindibile assieme al mondo<br />

umano e infraumano. Dio non tratta questi tre ordini come mondi<br />

separati e indipendenti, ma come un cosmo unico in vista di un<br />

fine generale comune, nel raggiungimento del quale ogni ordine ha<br />

bensì una parte specifica, ma con interdipendenza gerarchica, di<br />

modo che le sorti e la storia di ogni ordine interessa sommamente<br />

gli altri ordini, e tutti sono, in qualche modo, reciprocamente<br />

coinvolti nella sorte e nella storia l'uno ' dell'altro.<br />

L'inclusione del mondo angelico nell'unitotalità cosmica generale<br />

è già visibile nel racconto dei capitoli secondo e terzo del<br />

Genesi, sebbene come in filigrana e al secondo piano dell'attenzione.<br />

II racconto <strong>della</strong> creazione, dello stato paradisiaco, <strong>della</strong><br />

caduta e <strong>della</strong> cacciata dell'uomo dal paradiso, si chiude con il<br />

particolare che Dio, all'entrata del paradiso, « cacciatone Adamo,<br />

collocò ad oriente 23 del giardino di Eden i cherubini e la lama<br />

<strong>della</strong> spada guizzante per custodire l'accesso all'albero di vita »<br />

(Gn 3,24).<br />

I cherubini, nella tradizione biblica, sono esseri angelici al<br />

servizio di Dio, abitanti il luogo dove abita Dio stesso e considerati<br />

come il suo corpo di guardia e i vigili <strong>della</strong> sua abitazione.<br />

Qui, essi eseguiscono i suoi ordini contro l'uomo dopo che questi<br />

ha peccato e, da quel momento, appaiono nemici dell'uomo, in<br />

quanto l'uomo si è fatto nemico di Dio. L'autore del racconto<br />

suppone, naturalmente, che questi esseri angelici, guardia d'onore<br />

e amici di Dio, fossero presenti quando questi creava l'uomo e,<br />

che, mentre l'uomo viveva in rapporti di intima familiarità ed<br />

amicizia con Dio, anch'essi erano amici dell'uomo 24 .<br />

23 Dove era l'unica porta del paradiso.<br />

24 Così diventa probabile che in Gn 3,22 (Ecco l'uomo diventò come uno<br />

di noi conoscendo il bene e il male) le parole che Dio dice immediatamente<br />

dopo il peccato dell'uomo e prima di collocare i cherubini alla guardia <strong>della</strong>

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