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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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IMMAGINI NUZIALI 703<br />

preferisse che Egli la servisse nel primo modo, oppure che lei stessa lo servisse<br />

nel secondo modo. Ma lei, non cercando il proprio vantaggio ma il vantaggio<br />

di Gesù Cristo, preferì servire nel lavoro alla sua lode, che soddisfare al<br />

proprio gusto lasciando stare il resto e gustando quanto è dolce il Signore» 12 .<br />

Tutto questo pare si riferisca direttamente a quelle spiegazioni<br />

dottrinali che Gertrude impartiva agli altri a proposito delle sue<br />

visioni immaginative. Non mi consta che abbia avuto dei dubbi sull'origine<br />

propriamente soprannaturale di quelle stesse visioni anche<br />

nel loro apparato immaginativo. Tuttavia non ne esagerava affatto<br />

l'importanza. Comprendiamo meglio la sua sincerità quando le riteneva<br />

« immaginazioni dipinte », tutte al servizio didattico degli altri<br />

per attirarli a ben più segreta manna « quasi per ascensorios gradus<br />

imaginationum » dice la sua confidente i:ì . Dunque, in Gertrude, niente<br />

visionarismo in <strong>senso</strong> peggiorativo.<br />

Ci si può chiedere allora, perché quella esuberanza di visioni immaginative.<br />

La risposta ce la dà il principio stesso di Gertrude che<br />

citavamo poche pagine innanzi: Dio contempera il suo modo di comunicarsi<br />

al luogo, al tempo, alla persona. Gertrude è una medievale.<br />

La sete di simbolismo nella pietà medievale, e non solo nella<br />

pietà, è fenomeno ben noto e troppo generale a quell'epoca perché<br />

sia necessario insistere 14 .<br />

Espressioni ed immagini di vita nuziale<br />

Lo stesso principio che Dio contempera il modo di comunicare<br />

i suoi doni al luogo, al tempo, alla persona, ci farà comprendere, e<br />

ridurre alle sue giuste proporzioni, l'altro fenomeno, urtante, al primo<br />

contatto, negli scritti gertrudiani: le espressioni e le immaginazioni<br />

di evocazione erotica. Gertrude s'inserisce indiscutibilmente nella<br />

tradizione mistica detta « nuziale » perché vive e spiega i rapporti<br />

mistici dell'unione dell'anima con Dio nel quadro immaginativo e nel<br />

vocabolario desunti dai rapporti sponsalizi e matrimoniali, seguendo<br />

l'esempio del Cantico dei cantici e applicando il sistema non solo ai<br />

rapporti tra la Chiesa e Dio ma anche ai rapporti delle singole anime<br />

con Dio. Tutte le mistiche di Helfta, come parecchie altre mistiche<br />

germaniche del secolo XIII I5 , vivono in questa atmosfera.<br />

L'hanno imparato anzitutto da S. Bernardo. S. Gertrude per<br />

parte sua, rincara la dose. Certo, vale qui, se mai altrove: omnia<br />

12 IV 2 p. 290.<br />

13 V 36 p. 613. E, in sostanza, la nota dottrina alla quale S. Giovanni <strong>della</strong><br />

Croce doveva dare un'espressione classica, Salita II 15, specialmente n. 3, 4, 9<br />

(secondo l'ed. it., Opere, Roma 1940 p. 116 ss. Secondo l'ed. critica spagnuola<br />

di P. Crisogono de Jesus, Madrid 1945, Subida II 17 p. 602 ss).<br />

14 Vedi per es., M. D. CHENU, La théologie an XII e siede, Paris 1957 pp.<br />

159-220.<br />

15 Vedi, per es., in Diction. de spirituatité, II (1953) s. v. Contemplation,<br />

col. 1972 s.

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