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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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ANGELI E NATALE 343<br />

idea è rimasta poi sempre viva nella tradizione monastica. Tra i<br />

testi citati dal Peterson 68 basti notare il passo grazioso che Alcuino<br />

riferisce intorno a S. Beda : « Si narra che Beda dicesse : so che<br />

gli angeli sono presenti alle ore canoniche... Cosa sarà se non mi<br />

ci trovano insieme con gli altri fratelli? Non potrebbero dire: Dov'è<br />

Beda? » 70 .<br />

La menzione degli angeli ricorre spesso anche nelle consacrazioni<br />

e benedizioni del rituale. Classiche, in specie, le due orazioni<br />

per la protezione dei luoghi : « Esaudisci noi, Signore, Padre santo,<br />

onnipotente eterno Iddio, e degnati di mandare dai cieli il tuo<br />

santo angelo che custodisca, sostenga, protegga, visiti e difenda<br />

tutti gli abitanti di questo luogo » 71 . « Visita, te ne preghiamo, o<br />

Signore, questa dimora, e respingi lontano da essa tutte le insidie<br />

del nemico; i tuoi santi angeli vi abitino e ci custodiscano in pace,<br />

e la tua benedizione sia sempre sopra di noi ». Si vedrà pure, nel<br />

prossimo capitolo, la parte importante che, secondo la <strong>liturgia</strong>,<br />

spetta ai santi angeli nella nostra difesa contro gli attacchi di Satana<br />

e dei demoni.<br />

Angeli e anno liturgico<br />

Considerevole pure il posto degli angeli nella <strong>liturgia</strong> del tempo<br />

dall'avvento all'Epifania. Rivive così ogni anno in questo periodo<br />

liturgico il ricordo <strong>della</strong> loro importanza nella storia sacra <strong>della</strong><br />

salvezza e, in specie, del loro ministero nell'infanzia di Gesù. Alla<br />

festa di Natale gli angeli sono ovunque presenti come personaggi<br />

essenziali di tutta la scena.<br />

<strong>Il</strong> Gloria in excelsis Beo et in terra pax hominibus bonai voluntatis,<br />

che essi cantarono alla nascita di Gesù, fu preso sin dalla<br />

più remota antichità cristiana, a quanto pare 72 , come principio<br />

<strong>della</strong> grande dossologia, che così si presenta come una parafrasi<br />

e un'amplificazione dell'inno angelico, e passò, almeno a partire<br />

dal secolo quarto, nella <strong>liturgia</strong>, prima a mattutino e poi, in occidente,<br />

anche nella messa. Ogni volta che si recita o si canta, ci<br />

ricorda il ristabilimento <strong>della</strong> pace, rotta dal primo peccato, tra<br />

il mondo angelico e il mondo umano per la venuta di Cristo sulla<br />

terra. L'idea è molto bene commentata nella seguente Collecta ad<br />

pacem del Missale gothicum nel giorno di Natale : « Onnipotente,<br />

sempiterno Dio, che consacrasti questo giorno per la tua incarnazione<br />

e per il parto <strong>della</strong> Beata Vergine Maria; tu che, quale<br />

pietra angolare, per la tua incarnazione hai riparato nell'unità la<br />

vecchia discordia tra gli angeli e gli uomini causata dalla trasgressione<br />

dell'antico albero, concedi ai tuoi servi nella gioia di questa<br />

solennità che rallegrandosi di averti consorte nella vicinanza <strong>della</strong><br />

«» L. c, 762 ss.<br />

"> Epistola 219.<br />

71 Già nel Gelasiano, ed. Mohlberg n. 1558 p. 225<br />

72 Vedi RIGHETTI I 198.

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