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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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732 CAP. XXII - S. GERTRUDE E SPIRITUALITÀ LITURGICA<br />

spesso nel corso di un solo salmo, dieci volte, o anche più, hai stampato il<br />

praedulce osculimi sulle mie labbra, quelVosculum che eccede ogni aroma e ogni<br />

miele; e spessissimo ho osservato il tuo amichevolissimo sguardo sopra di me<br />

ed ho sentito il tuo strettissimo amplexus nell'anima mia» 117 .<br />

Né si, creda che le specie più profonde di quell'unione nella forma<br />

dello sguardo, ecc., non si realizzassero in Gertrude nella stessa<br />

azione liturgica e mentre vi partecipava attivamente come le altre<br />

sue consorelle. Lo stesso capitolo 21 del libro secondo ne dà, tra<br />

tanti altri, un esempio chiarissimo. Una volta di quaresima:<br />

« Nella seconda domenica, mentre, prima <strong>della</strong> messa, cominciava la processione<br />

e si cantava il responsorio: Vidi Dominum facie ad faciem ecc., l'anima<br />

mia s'illuminò di "un fulgore incomprensibile nella luce divina che si manifestava.<br />

E mi apparve come una faccia che si applicava alla mia faccia: «non<br />

formata, ma informante, come dice Bernardo, non riverberante gli occhi del<br />

corpo, ma letificante il volto del cuore, piacevole, non per il colore, ma per il<br />

dono dell'amore» 118 . In questa visione dolce come il miele, mentre i tuoi occhi<br />

di sole sembravano direttamente applicati sui miei occhi, in che modo allora<br />

la tua soave dolcezza penetrasse non solo la mia anima ma anche il mio cuore<br />

e tutte le mie membra, è solo a te noto, e finché vivrò, in gratitudine, te ne<br />

servirò con dedizione... Sentii che dai tuoi occhi divini una luce incomprensibile<br />

e soave entrava nei miei occhi e, penetrando in tutta me stessa, operava nelle<br />

mie membra una virtù oltremodo mirabile. Dapprima essa svuotò, per cosi dire,<br />

tutte le midolla delle mie ossa; poi annichilò le stesse ossa insieme alla carne,<br />

a tal punto che tutta la mia sostanza non sentiva d'essere altra cosa che quello<br />

splendore divino, il quale, giocando in se stesso, dette alla mia anima una incomprensibile<br />

gioia di serenità. E cosa dirò ancora di questa dolcissima visione?<br />

Per dire il vero, mi pare che l'eloquenza di tutte le lingue, per l'intera durata<br />

<strong>della</strong> mia vita, non mi avrebbe mai persuaso la possibilità di un tale insigne<br />

modo di vederti, nemmeno nella gloria celeste, se la tua degnazione, mio Dio,<br />

unica salvezza dell'anima mia, non mi ci avesse condotta per esperienza. Mi piace<br />

però di aggiungere che, se nelle cose divine avvenisse come nelle umane —<br />

ma la virtù del tuo occhio eccede immensamente quello che io stessa penso<br />

di questa visione — veramente, quell'anima alla quale tale visione è concessa,<br />

sia pure per un momento, non potrebbe rimanere nel corpo se la virtù divina<br />

non ve la trattenesse » 119 .<br />

Gertrude aggiunge che fino al momento in cui scriveva, in nessun'altra<br />

occasione le fu concesso di sperimentare la virtù divina<br />

come in quell'eccellentissimo sguardo d'amore di Dio sopra di sé.<br />

Grazia molto simile a questa Gertrude l'aveva ricevuta già prima,<br />

una notte di Natale.<br />

« 0 inaccessibile altezza dell'ammirabile potenza. O profondità abissale dell'inscrutabile<br />

sapienza. 0 immensa larghezza <strong>della</strong> desiderabile carità... Anche a<br />

me, nell'esilio del mio pellegrinaggio, è concesso il permesso e la gioia di riferire,<br />

nella misura <strong>della</strong> mia piccola capacità, sulle primizie di quelle giocondissime<br />

delizie e dolcissime soavità nelle quali l'anima mia, unita a Dio, diventa<br />

un solo spirito con Lui. Di questa beatitudine il sovrappieno si è infatti così<br />

abbondantemente diffuso all'esterno che anche a me, misera polvere, ha concesso<br />

l'audacia di lambirne qualche gocciola nel modo seguente.<br />

117 II 21 p. 101 s.<br />

118 S. BERNARDO, In cant. 31, specialmente n. 6.<br />

"» II 21 p. 100 ss.

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