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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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408 CAP. XIII - LE DUE CITTÀ<br />

detta in ogni sorta di benedizioni <strong>della</strong> Chiesa e nella vita quotidiana<br />

del cristiano, a tal punto che l'acqua lustrale assieme al<br />

segno <strong>della</strong> croce è il sacramentale di uso più frequente, è facile<br />

accorgersi quanto la realtà <strong>della</strong> lotta contro Satana impronti tutta<br />

la vita <strong>della</strong> Chiesa e dovrebbe improntare quella di ogni cattolico<br />

cosciente di ciò che fa.<br />

Tra queste lustrazioni a base d'acqua benedetta si pensi, in<br />

modo speciale, a quelle che, cominciando dall'epoca carolingia, fanno<br />

parte essenziale del rito <strong>della</strong> dedicazione di una chiesa. Dopo i preliminari<br />

<strong>della</strong> cerimonia, la sua prima parte è, in sostanza, una presa<br />

di possesso dell'edificio per mezzo di lustrazioni con acqua benedetta,<br />

fatte al periplo dei muri esterni (prima <strong>della</strong> riforma del rito, avvenuta<br />

nel 1961, se ne faceva tre volte il giro), all'interno del tempio e<br />

all'altare, per purificarli da ogni influsso demoniaco. Sono quanto<br />

mai espliciti in questo <strong>senso</strong> : la benedizione dell'acqua, con la quale<br />

comincia questa parte <strong>della</strong> cerimonia; l'orazione che dice il pontefice<br />

alla fine del giro esterno (Omnipotens sempiterne Deus, qui in omni<br />

loco...); la proclamazione che fa entrando in chiesa dopo aver tracciato<br />

una croce sulla soglia : « Ecco il segno <strong>della</strong> croce; fuggano<br />

tutti i fantasmi »; il tracciato <strong>della</strong> grande croce sul pavimento ad<br />

indicare che Cristo prende possesso del luogo.<br />

Solo dopo questo, quando ormai l'influsso demoniaco è ritenuto<br />

totalmente fugato, viene la deposizione delle reliquie e la grande<br />

preghiera consacratoria seguita da una unzione crismale dell'altare.<br />

Gli scongiuri contro i temporali<br />

L'odierno rituale romano 147 contiene una « processione contro<br />

i temporali », nella quale, mentre si suonano le campane, vengono<br />

recitate le litanie seguite da un salmo, da diversi versetti e da<br />

cinque orazioni, tra le quali : « A domo tua... ». Quest'ultima figura<br />

anche nel messale, tra le orazioni diverse contro il mal tempo.<br />

Essa ha un <strong>senso</strong> nettamente antidiabolico. Tutto questo è un<br />

tenue vestigio di un rito liturgico che nel medio evo aveva preso<br />

grande estensione e frequenza : gli scongiuri contro i temporali 148 .<br />

Questo rito era direttamente antidemoniaco, basato sulla credenza<br />

che i temporali nocivi agli uomini sono, in qualche modo,<br />

effetto d'influsso diabolico. La credenza era, ed è, retta, sebbene<br />

allora persistesse, come abbiamo spesso ripetuto, l'indeterminatezza<br />

di pensiero sulle vie naturali o soprannaturali di tale influsso,<br />

ciò che dette luogo a facili esagerazioni e superstizioni. La Chiesa<br />

però nell'orazione che ancora oggi fa dire ai sacerdoti per allontanare<br />

la tempesta : « A domo tua... », mantiene l'idea <strong>della</strong> connessione<br />

tra i temporali nocivi agli uomini e l'influsso satanico:<br />

" 7 Tit. X cap. 8.<br />

148 Vedi RIGHETTI, IV 399 ss.

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