TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

762 CAP. XXIII • LITURGIA E PASTORALE. I PRINCÌPI
Ma è proprio vero che il fine di ogni pastorale si ottiene massimamente
nella liturgia e in primo luogo nel mistero eucaristico?
Gli stessi testi sopra citati ci mettono sulla strada per comprenderlo.
In primo luogo ricordiamoci della legge della oggettività, di cui
si è fatto parola nel capitolo VI: la via per la quale l'uomo deve
andare a Dio, il terreno e il luogo dove avviene l'incontro, sono cose
liberamente stabilite da Dio stesso nelle loro determinazioni essenziali;
questa libera volontà di Dio noi la conosciamo solo per
rivelazione.
Ora, secondo questa volontà, per essere salvati bisogna entrare
nel processo del mistero pasquale, e nessuno entra in tale processo
senza la fede e i sacramenti della fede. Ciò che salva non è la sola
fede (compresa la speranza e la carità), né i soli sacramenti, ma la
fede (Speranza e carità) e i sacramenti della fede. Perché, per libera
volontà di Dio non vi è fede com'Egli la vuole da noi, perciò fede
autentica, salvatrice, senza riferimento, almeno in voto implicito,
ai sacramenti, e i sacramenti non sortiscono il loro effetto di salvezza
senza la fede °. Quando si dice che la grazia non è legata ai sacramenti,
ciò significa che non è legata all'uso effettivo dei sacramenti
per coloro che non possono accedervi; ma nell'ordine attuale Dio,
per conferirla, richiede almeno il voto implicito del loro uso.
Tra i sacramenti primeggia l'eucaristia. Al mistero eucaristico
sono ordinati tutti gli altri sacramenti « come al loro fine » 7 . Con
più forte ragione ciò si verifica dei sacramentali e di tutte le altre
attività extraliturgiche della Chiesa.
L'eucaristia « è fonte di tutte le grazie » *. Da essa « la Chiesa
attinge e possiede tutta la sua forza e la sua gloria, tutti i carismi
di cui è dotata, tutti i beni » °. « Questo sacramento ha per se stesso
la virtù di conferire la grazia. Nessuno ha la grazia prima di ricevere
questo sacramento se non per un certo voto di riceverlo, fatto da
se stesso come avviene negli adulti, o per il voto della Chiesa, ciò
che avviene per i bambini ». In una parola : « in questo sacramento
è racchiuso tutto il mistero della nostra salvezza » 10 .
Non si dica: ciò vale sì dell'eucaristia, ma non della liturgia,
perché la liturgia non si esaurisce tutta nell'eucaristia.
Si risponde: l'uomo, nella sua concreta realtà, è il re del creato,
sebbene egli non lo sia in modo uguale per mezzo di ogni sua parte,
6 Vedi J. GAILLARD, Les sacrements de la foi, in: Rev. thom. 67 (1959) 5-31.
In., Saint Augustin et les sacrements de la foi: verbum fidei in Ecclesia Dei,
ibid. 664-703; L. VILLETTE, Foi et sacrement, du Nouveau Testament à saint Augustin,
Paris 1959; E. H. SCHILLEBEECKX, Parole et sacrement, in: Lumière et vie,
n. 46 (1960) 25-45; C. FLORISTAN SAMANES, La palabra y el sacramento en la acción
pastoral, Victoria 1961; P. SEMMELROTH, Wirkendes Wort, Frankfurt 1962; M. D.
CHENU, Foi et sacrement, in: La maison Dieu, n. 71 (1962) 69-77; PH. SCHUER-
MANS, Parole de Dieu et rite sacramentel, Bruxelles 1963.
7 S. TOMMASO, Stimma III 65 a 3 e. Vedi 72 a 12 ad 13.
s Catechismus ex decr. concita Trìden., Roma 1920, n. 228.
9 LEONE XIII, enciclica Mira caritas, ASS 34 (1901-1902) 642.
10 S. TOMMASO,. Summa III 79 a 1 ad 1; 83 a 4 e.