TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

TRINITÀ NELLE LITURGIE 211
direttamente nella Scrittura, sul piano ontologico e intratrinitario
dell'unità numerica della sostanza divina e dell'uguaglianza delle
persone.
In questo modo, al fondo liturgico antico della visuale cristologicotrinitaria
in cui si tratta direttamente del Padre, di Cristo, dello Spirito
Santo nei loro rapporti con la storia sacra, venne a giustapporsi,
e talvolta a sovrapporsi, tutta una serie di affermazioni che considerano
le persone delia Trinità in se stesse nell'unità ed uguaglianza
della natura divina in una visione più direttamente e puramente trinitaria.
Dopo aver affermato come per il passato, con modi e sfumature
diverse, che ogni bene ci viene dal Padre per mezzo di Cristo,
suo Figlio incarnato e nostro redentore e capo, nella presenza in noi
dello Spirito Santo e che così tutto ritorna al Padre, le liturgie ora
aggiunsero subito, in modo più o meno esplicito, che il Padre, il
Figlio, considerato indipendentemente dalla sua incarnazione, e lo
Spirito Santo, visti nella vita intratrinitaria, sono un'unica ed uguale
deità. Si potrebbe dunque dire che la formula completa della liturgia,
a partire dalla lite ariana, diventa : a Patre,per Christum Filìum eius,
in Spiritu ad Patrem, beata Trinitas uniis Deus.
È vero però che questa preoccupazione antiariana appare, tutto
sommato, assai meno forte nella liturgia romana che nelle altre liturgie,
specialmente in quelle orientali, nonché nella liturgia spagnola
e gallicana, nelle quali la polemica antiariana ha inciso assai
più profondamente. Nella liturgia romana, questa preoccupazione
appare praticamente: in alcune conclusioni sviluppate delle orazioni
liturgiche e nelle dossologie, come si spiegherà meglio sotto; nei simboli
niceno-costantinopolitano e atanasiano; nel prefazio che attualmente
si canta ogni domenica ordinaria e nella festa della Trinità e
che figura già nel Gelasiano verso la metà del sec. IX 24 ; specialmente
nella festa, ufficio e messa della SS. Trinità che sono però d'origine
medievale franca — opera, essenzialmente, di Alcuino, morto nell'804,
e di Stefano, vescovo di Liegi dal 903 al 920 — e contro la cui accettazione
Roma oppose lunga resistenza. Anche alcune preghiere nella
liturgia romana odierna, che s'indirizzano direttamente alla SS. Trinità,
sono d'origine franca, come il Suscipe Sancta Trinitas e il Placeat
Ubi Sancta Trinitas della messa che appaiono nei messali nei
secoli IX-XI.
In quanto alle speculazioni teologiche trinitarie propriamente
dette, sia che si tratti di quella che il P. de Régnon ha chiamato la
teoria greca della Trinità, sia che si consideri quella che lo stesso ha
chiamato la teoria latina nella sua forma agostiniana o, a fortiori,
nelle sue forme scolastiche, nella liturgia romana le loro tracce sono
praticamente inesistenti - 5 .
24 Mohlberg n. 680 p. 105. Vedi pure J. JUNGMANN, Die Abwehr des gertnanischen
Arianismus und der Umbruch der religiose». Kultur ini friihen Mittelalter,
ristampato nella raccolta: Liturgisches Erbe und pastorale Gegenwart,
Innsbruck 1960 pp. 3-86 specialmente pp. 30-52.
25 Per quanto riguarda la liturgia romana, si noterà, infatti, che la pole-