TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

LITURGIA E ASCESI 645
La spiritualità liturgica e lo sforzo ascetico in genere
Non dovrebbe essere necessario avvertire esplicitamente che
nella spiritualità liturgica lo sforzo ascetico nella via verso la perfezione
è realmente ed è coscientemente ritenuto indispensabile non
meno che in qualsiasi altra spiritualità cattolica.
Non può trattarsi che di un grossolano inganno se alcuni, sotto
il pretesto di spirito liturgico e di spiritualità liturgica, sono venuti
ad una disistima teorica o ad una trascuranza pratica dell'inderogabile
necessità dello sforzo ascetico, sotto tutte le sue forme, nell'opera
della santificazione. A questi tali, se ce ne sono, bisogna ricordare
semplicemente il catechismo che insegna che lo stesso opus operatimi
dei sacramenti richiede in ogni adulto per ottenere i suoi
frutti di santificazione, le buone disposizioni morali e quindi la sua
cooperazione 25 .
E, poiché questi tali ci tengono alla liturgia e allo spirito liturgico,
si può far loro osservare quanto strana sia la dimenticanza
e la disistima dello sforzo ascetico in chi si gloria di liturgia mentre
la liturgia non cessa, in tutti i modi, di ricordarlo, per esempio
durante tutta la quaresima e in tante altre occasioni che avremo
agio di conoscere meglio. Anzi, è qui il momento di ricordarci di
quanto abbiamo spiegato a suo luogo intorno alla dimensione morale
ed impegnativa di ogni segno liturgico; dalla quale dottrina
è facile vedere quanto morale e liturgia siano connesse per via di
intrinseca costituzione e non solo per via di esortazioni e di vaghi
ammonimenti.
Volere dunque, non dico contrapporre, ma sia pur soltanto
separare vita ascetica e pietà liturgica è tale un'aberrazione, che,
dal punto di vista teorico, non vale nemmeno la pena di fermarsi
a confutarla, tanto è evidente il suo carattere appunto di aberrazione
per ignoranza della natura della liturgia e dei princìpi più
elementari di vita spirituale in genere 2 ".
Ci si può solo chiedere come sia possibile l'esistenza di una
sia pur vaga tendenza teorica a considerare come effettivamente
25 La Costituzione inculca esplicitamente il principio che « ad ottenere
però questa piena efficacia (della liturgia), è necessario che i fedeli si accostino
alla sacra liturgia con rette disposizioni d'animo, conformino la loro mente alle
parole che pronunziano e cooperino con la grazia divina per non riceverla invano
» (Art. 11). Vedi anche i richiami della MD, n. 28-37.
26 Vedi la conclusione dell'enciclica in questa materia : « Perciò nella vita
spirituale nessuna opposizione o ripugnanza può esservi tra l'azione divina, che
infonde la grazia nelle anime per continuare la nostra redenzione, e l'operosa
collaborazione dell'uomo, che non deve render vano il dono di Dio; tra l'efficacia
del rito esteriore dei sacramenti che proviene dall'intrinseco valore di esso
(ex opere operato) e il merito di chi li amministra o li riceve (opus operantis);
tra le orazioni private e le preghiere pubbliche; fra l'etica e la contemplazione;
fra la vita ascetica e la pietà liturgica; fra il potere di giurisdizione e di legittimo
magistero, e la potestà eminentemente sacerdotale che si esercita nello
stesso sacro ministero » (n. 36).