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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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590 CAP. XIX - <strong>TEOLOGIA</strong> E LITURGIA NEI PADRI<br />

stesso considerato e quello che richiede per essere perfetto in se<br />

stesso prima di essere usato per altro scopo.<br />

Questa imperfezione nella teologia patristica si manifesta principalmente<br />

in due punti. L'analisi scientifica entitativa del dato di<br />

fede, ossia dell'aspetto e delle basi filosofiche in esso implicate,<br />

rimane ancora generalmente assai imperfetta. L'approfondimento<br />

di questo aspetto <strong>della</strong> fede non può realizzarsi senza lo strumento<br />

di un'elaborata filosofia cristiana che, per sua intrinseca verità, sia<br />

unitaria e coincida con le profonde esigenze, sia esplicite sia implicite,<br />

<strong>della</strong> stessa fede. Ora, nella gnosi patristica, lo strumento<br />

filosofico, nonostante i notevoli progressi realizzati anche in questo<br />

campo dai Padri, è tutto sommato deficiente. I Padri in filosofia<br />

sono eclettici e procedono più per sondaggi occasionali che con<br />

metodo sistematico. Inoltre, nel loro eclettismo filosofico predominano<br />

concetti di tipo neoplatonico. A questi essi, per lo più, aderirono<br />

non solo perché così comportava tutta la tendenza dell'epoca,<br />

ma anche per l'afflato religioso che li pervade e che, a,prima vista,<br />

poteva sembrare molto conforme allo spirito cristiano, ma le cui<br />

radici, logicamente considerate, gli sono, invece, profondamente contrarie.<br />

I Padri evitarono la difficoltà, ora interpretando il neoplatonismo<br />

in <strong>senso</strong> cristiano, contro la logica <strong>della</strong> sua intima natura,<br />

ora non seguendolo nelle sue logiche conseguenze m . Comunque, non<br />

arrivarono mai all'elaborazione sistematica di una filosofia cristiana<br />

che rispondendo all'intrinseca verità delle cose, fosse valido strumento<br />

nell'approfondimento delle questioni d'ordine ontologico che<br />

pone la fede.<br />

Ulteriore conseguenza fu che l'elaborazione e l'ordinamento sistematici<br />

dello scibile <strong>teologico</strong> rimasero sempre imperfetti nell'età<br />

patristica. Si rimase sostanzialmente alle monografie e ai saggi occasionati<br />

e limitati più dalle circostanze contingenti <strong>della</strong> pastorale<br />

e <strong>della</strong> difesa <strong>della</strong> fede che dal desiderio di elaborare integralmente<br />

e ordinatamente lo scibile <strong>teologico</strong> in se stesso, secondo le sue<br />

esigenze intrinseche e sotto tutti i suoi aspetti.<br />

Questi due difetti si riflettono anche nell'uso <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> nella<br />

teologia dei Padri. Anzitutto nel fatto che quest'uso non è sistematicamente<br />

esteso alla trattazione di tutte le questioni teologiche nelle<br />

quali potrebbe e dovrebbe avere la sua parte. Essendo deficiente lo<br />

sforzo di sintesi teologica non appare sufficiente il posto che in<br />

simile sintesi può e deve occupare la <strong>liturgia</strong>. Nell'epoca patristica<br />

la <strong>liturgia</strong> teologica si esaurisce in monografie.<br />

In secondo luogo, nel fatto che i fondamenti d'ordine piuttosto<br />

filosofico che sono alla base <strong>della</strong> stessa <strong>liturgia</strong> sono poco elaborati.<br />

Qui si deve tuttavia eccettuare S. Agostino, presso il quale, più che<br />

in tutti gli altri Padri, si trovano, in questo campo, preziose osservazioni<br />

che saranno poi largamente usate da S. Tommaso, come sul<br />

concetto di segno, immagine, di partecipazione, di culto, di sacrificio.<br />

ni Per questo punto vedi, per es., R. ARNOU, Platonisme des Pères, in:<br />

Dici, de théol. cath. XII 2 (1935) 2258 ss.

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