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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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TRINITÀ NEI CICLI LITURGICI 237<br />

I cicli liturgici<br />

Lo stesso stato di cose che abbiamo incontrato fin qui per cui<br />

il fondo <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> è impostato direttamente sulla visuale cristologico-trinitaria,<br />

ma che una sovrastruttura posteriore vi accentua<br />

notevolmente, o, in alcune sezioni particolari, vi fa anche prevalere,<br />

l'affermazione diretta dell'unità di natura delle persone in <strong>senso</strong><br />

ontologico e antiariano, si ritrova anche nelle feste e nei cicli liturgici.<br />

Limitiamoci a un rapido sguardo sulla <strong>liturgia</strong> romana nel suo<br />

stato attuale.<br />

<strong>Il</strong> ciclo di feste più antico è quello di Pasqua che va ora dalla<br />

settuagesima alla Pentecoste. Storicamente esso raggiunse la sua<br />

formazione sostanzialmente completa verso il VII secolo. Abbiamo<br />

spesso rilevato che l'oggetto di questo periodo festivo è tutta la<br />

storia sacra, mistero di Cristo, mistero <strong>della</strong> Chiesa, ma sotto<br />

l'aspetto di redenzione: redenzione resa necessaria, preparata, prefigurata,<br />

iniziata nell'Antico Testamento; redenzione realizzata, in<br />

radice, storicamente per la venuta, vita, passione, morte, risurrezione,<br />

ascensione di Cristo; redenzione applicata nel mondo dopo<br />

l'ascensione dallo Spirito meritato da Cristo, da Lui mandato da<br />

presso il Padre, animatore <strong>della</strong> Chiesa e vivificatore spirituale degli<br />

individui attraverso i sacramenti e la vita morale ascetica e mistica.<br />

Ora, dal punto di vista di Dio, tutta questa prospettiva è dominata<br />

nella <strong>liturgia</strong> dalla visuale cristologico-trinitaria nello schema<br />

abituale a, per, in, ad. Infatti, liturgicamente, tutto questo ciclo<br />

si divide nettamente in tre parti: la prima va dalla settuagesima<br />

alla domenica di passione esclusivamente.<br />

Nella <strong>liturgia</strong> romana attuale questa prima parte mette in<br />

rilievo i presupposti e la necessità <strong>della</strong> redenzione e la sua preparazione<br />

e prefigurazione nell'Antico Testamento fino a Mosè. Perciò<br />

in questo periodo, anzitutto nel breviario, si narra la storia dell'umanità<br />

dalla creazione fino a Mosè. Ma si mette pure in rilievo l'attualizzazione<br />

<strong>della</strong> redenzione per i singoli fedeli mediante la vita morale<br />

ed ascetica di ognuno: i fedeli battezzati in stato di grazia si<br />

preparano a ricevere un sempre maggiore aumento <strong>della</strong> redenzione<br />

mediante la vita ascetica e liturgica; i fedeli peccatori si preparano<br />

alla riconciliazione nella penitenza; i catecumeni si preparano all'ingresso<br />

nella Chiesa mediante i sacramenti dell'iniziazione cristiana.<br />

Ora, in questa prima parte, è il Padre che è nettamente al<br />

primo piano dell'attenzione <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>. Egli vi appare, come al<br />

solito, ut a quo e ut ad quem. Come Colui che creò il mondo e<br />

l'uomo, elevò Adamo e lo costituì capo religioso dell'umanità. E Lui<br />

che Adamo offese per il peccato e che noi in Adamo abbiamo offeso<br />

dandoci a Satana e meritando la sua ira e le miserie di cui ci ha<br />

colpiti. È Lui che, ciò nonostante, promise il Redentore e preparò<br />

la redenzione nell'Antico Testamento. E al Padre che noi dobbiamo

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