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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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392 CAP. XIII - LE DUE CITTÀ<br />

L'eucaristia<br />

Tutto il rito dell'iniziazione tendeva come a suo ultimo fine<br />

alla partecipazione del novello cristiano, ormai liberato dalla schiavitù<br />

di Satana e pienamente inserito nella ekklesia, al sacrificio<br />

eucaristico in comunità con gli altri fedeli. Naturale, dunque, che<br />

anche nella partecipazione del cristiano all'eucaristia si rilevasse<br />

anzitutto l'aspetto positivo <strong>della</strong> nuova vita in Cristo. Tuttavia anche<br />

in questa azione, specifica per eccellenza <strong>della</strong> nuova creatura in<br />

Cristo, nella quale questa nuova creatura raggiunge il suo grado massimo<br />

di espressione e di realizzazione, non si poteva mancare di notare<br />

il significato di profonda opposizione a Satana e al suo regno.<br />

Non solo era nella logica astratta delle cose, ma era stato già<br />

sufficientemente esplicitato nel Nuovo Testamento. Non per nulla<br />

S. Paolo (ICor 10,20 s) aveva rilevato l'assoluta opposizione tra la<br />

mensa del Signore e la mensa dei demoni. La tradizione posteriore<br />

ha valorizzato questo pensiero. Una segreta del Leoniano, ripresa<br />

poi da diversi altri sacramentari, dice : « Onnipotente, sempiterno Dio,<br />

che comandi a coloro che partecipano alla tua mensa di astenersi<br />

dal convivio diabolico, concedi, te ne preghiamo, al tuo popolo che,<br />

rigettato ogni gusto di mortifera profanità, si avvicini con pura<br />

mente al convivio dell'eterna salvezza » 92 .<br />

Fu poi tema tradizionale quello <strong>della</strong> partecipazione all'eucarestia<br />

come arma e protezione contro i demoni. I catecumeni, dopo<br />

avere imparato, durante la quaresima, il Salmo 22 « <strong>Il</strong> Signore è<br />

il mio pastore, non manco di nulla », lo cantavano solennemente,<br />

insieme con tutta la sacra assemblea, nella notte di Pasqua mentre,<br />

in processione, dal battistero passavano nella Chiesa ove erano radunati<br />

i fedeli e stavano per assistere per la prima volta all'eucarestia<br />

che il Vescovo avrebbe celebrato sull'altare che vedevano in fondo alla<br />

Chiesa 93 . Arrivati alle parole « tu hai preparato innanzi a me la<br />

mensa, contro coloro che mi tribolano » era facile ai cristiani, così<br />

profondamente imbevuti, dalla catechesi e dalla <strong>liturgia</strong>, del pensiero<br />

<strong>della</strong> redenzione come liberazione dalla schiavitù di Satana<br />

e <strong>della</strong> vita cristiana come lotta contro il suo regno, intenderle dell'eucaristia<br />

come protezione ed arma contro Satana.<br />

È quanto fa esplicitamente, per esempio, Cirillo di Gerusalemme,<br />

quando, dopo aver insistito sulla realtà del corpo e del sangue di<br />

Cristo nell'eucaristia, così continuava indirizzandosi ai neofiti: «<strong>Il</strong><br />

beato David te ne spiega tutta la forza quando dice: "Tu hai preparato<br />

dinanzi a me la mensa contro coloro che mi tribolano". <strong>Il</strong> <strong>senso</strong><br />

è questo. Prima del tuo avvento i demoni avevano preparato agli<br />

uomini una mensa contaminata e inquinata e piena di forza diabolica.<br />

Ma dopo la tua venuta, Signore, tu hai preparato dinanzi a me<br />

9 - J.t viiano n. 76; Gelasiano, ed. Mohlberg n. 53 p. 13. Messale ambrosiano,<br />

oratio stipar popiilum per la festa <strong>della</strong> circoncisione.<br />

"a Wdi J. DANIIILOU, Bible et liturgie, p. 240.

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